Un progetto per andare “Oltre” la scuola 

Roncegno, presentati i 5 percorsi che portano gli studenti dell’alberghiero nel mondo del volontariato 


di Marika Caumo


RONCEGNO. «Chi studia in Trentino ha un'enorme fortuna: strutture adeguate e personale dedicato. E' bene che ciò che si riceve si dia, impegnandosi verso la comunità, il territorio, chi è meno fortunato. Chi è solo». Questa l'origine del progetto che Federico Samaden, dirigente dell'Ifpa, l'Istituto di formazione professionale alberghiero di Levico e Rovereto, coltiva da più di un anno e che, grazie alla collaborazione di importanti partner attivi nel sociale, ha preso il via ieri con la firma dell'accordo nelle sale della sede di Roncegno, alla presenza di numerosi amministratori, rappresentanti del mondo cooperativo e delle case di riposo e dell'arcivescovo don Lauro Tisi.

L'obiettivo è portare la scuola fuori dalla scuola, oltre le mura fisiche, coinvolgendo gli alunni dell'istituto in progetti di accoglienza e ospitalità sul territorio provinciale, stimolando in loro la solidarietà, la cooperazione e soprattutto l'utilità. “Oltre” è anche il nome scelto per il progetto formativo, educativo e sociale che vede protagonisti oltre all'Ifpa, la Fondazione comunità sociale (Arcidiocesi di Trento) ed i rappresentanti di alcune realtà sociali e sportive quali Aquila Basket, Caritas diocesana, Cooperativa sociale Vales, Irifor e le Apsp della Valsugana, di Rovereto e Mori. Cinque sub-progetti di volontariato sociale, a cui hanno aderito 160 studenti che si alterneranno nel corso dell'anno scolastico.

Uno, Ci siamo anche noi, ha già preso il via e coinvolge gli alunni, certificati e non, della scuola e gli ospiti delle Apsp, con i ragazzi che si recano nelle strutture, allestendo la sala da pranzo e servendo i commensali. Un'attività che li coinvolge dalle 9 alle 14.30.

Insieme, progetto proposto dalla Caritas Diocesana, prevede l'organizzazione - un sabato al mese- di un pranzo nel ristorante didattico della scuola, preparato e servito dai ragazzi, in cui saranno ospiti di volta in volta una trentina di commensali in difficoltà economiche. «Incontreremo i ragazzi e gli faremo incontrare le persone che affluiscono ai nostri centri» , ha precisato Antonio Pacher, direttore dell'ufficio amministrativo della Diocesi di Trento.

Altro progetto, Fratelli maggiori, riguarda gli ex alunni certificati dell'alberghiero a cui (in accordo con l'Agenzia del Lavoro, con cui sono in corso le trattative) sarà proposta una “Borsa Lavoro” che permetterà loro di usufruire di un anno di potenziamento formativo nella scuola e di affiancare gli operatori della Cooperativa Sociale Vales nell’attività di consegna dei pasti a domicilio alle persone anziane e non autosufficienti. Un modo per accompagnare questi ragazzi con disabilità all'inserimento nel mondo del lavoro.

Aquila Basket, presentato dal presidente della società Luigi Longhi, prevede che gli alunni prestino servizio nella sala Hospitality, all’interno del Palatrento, in occasione delle partite di Serie A e di Eurocup dell’Aquila Basket. Saranno operativi un’ora prima dell’inizio della partita e durante l’intervallo lungo, servendo cibi e bevande forniti da alcuni sponsor della squadra e avvicinandosi così allo sport.

Infine Natale insieme, iniziativa che prevede la preparazione del cenone della vigilia nel ristorante didattico dell'istituto, a cui saranno invitate persone che si trovano in condizioni di solitudine. Gli studenti si occuperanno anche degli addobbi, del servizio, dell'intrattenimento e della distribuzione dei doni. «Perché il Natale non deve essere festeggiato dalle scuole? L'anno scorso ho chiesto di tenere aperto il 24 sera per contrastare la solitudine di chi avrebbe passato il Natale senza nessuno. Ben 50 ragazzi hanno aderito, ed hanno visto una condizione che in molti conoscono già, la solitudine. Tanti ragazzi lo sono ed è importante poter essere utili a chi vive la stessa condizione», ha precisato Samaden. Parole riprese anche da Luigi Longhi e da monsignor Tisi, il quale ha ricordato l'importanza e il coraggio di uscire dal proprio narcisismo, mettendo in gioco se stessi per gli altri.













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