Il ricordo di Cemin è sempre vivo 

Primiero, per oltre 20 anni è stato punto di riferimento dei vigili del fuoco


di Raffaele Bonaccorso


PRIMIERO. In questi giorni di avvicendamenti alla guida dei vertici locali dei vigili del fuoco volontari e cioè ispettorato distrettuale di Primiero e comando del corpo vigili del fuoco volontari di Primiero, a molti è tornata in mente la figura del mitico Celestino Cemin, punto di riferimento per qualsiasi emergenza in Primiero per 20 anni, dal 1980, quando assunse il comando del corpo dei vigili del fuoco volontari di Primiero, al 2000, quando per raggiunti i limiti di età, 60 anni, dovette lasciare il servizio attivo e la carica di comandante. Due anni dopo, il 30 novembre 2002, un male incurabile, con un decorso inesorabilmente rapido, se lo portò via e i funerali vennero celebrati il 5 dicembre, il giorno del suo compleanno e il giorno dopo la festa di Santa Barbara, patrona dei vigili del fuoco, che non vollero rinunciare a salutare per l’ultima volta il loro vecchio comandante.

Proprio a fine novembre scorso Alberto Tisot dei volontari di San Martino di Castrozza è stato designato come successore dell’ispettore distrettuale di Primiero Paolo Cosner e il 5 dicembre – ecco le coincidenze delle date – è stato ufficializzata la successione di Mauro Gobber nell’incarico di comandante del corpo vigili del fuoco volontari di Primiero al posto di Gianni Turra, che lascerà il 28 dicembre prossimo il servizio attivo per raggiunti limiti di età; Gianni Turra aveva sostituito proprio Celestino Cemin nel comando del Corpo. Una serie di date che, come detto, hanno fatto ricordare un “mito dei nostri tempi”, non solo per i pompieri locali, ma per tutta la popolazione di Primiero che lo ha conosciuto. Celestino Cemin si prestava a fare tutto quanto era nelle sue possibilità proprio per il suo carattere disponibile, per suo animo aperto e gioviale, la sua grande voglia di vivere, sempre in movimento, sempre all’avanguardia nella tecnica anche in tempi ancora poco tecnologizzati. Basta ricordare la creazione nei primi anni 80 del “Centro operativo” dei vigili del fuoco, realizzato in modo artigianale proprio nel suo ufficio - guardiola di bidello delle scuole elementari di Tonadico, il tutto con apparecchiature sofisticate per l’epoca (forse il primo del genere in tutto il Trentino), capaci di registrare e smistare in automatico le chiamate ai vigili e di consentire rapide interconnessioni radio, sia in sede locale con altri vigili del fuoco volontari di valle, sia in sede provinciale o nazionale con qualsiasi servizio di Protezione civile. Oppure l’idea innovativa a quei tempi, di creare il primo corpo femminile italiano dei vigili del fuoco volontarie. Celestino Cemin, sempre pronto ad aggiornarsi, nel suo lavoro esprimeva genialità, lanciava idee sempre un passo avanti, realizzava ideazioni coinvolgendo e spronando i suoi vigili; ed ecco i suggerimenti di particolari accorgimenti tecnici applicati ad esempio all’autocarro “snorkel”, la piattaforma elevatrice telescopica e ruotante a tre snodi per operare in luoghi ristretti.

Ma Celestino Cemin nella sua umanità era anche altro. Un episodio fra i tanti. In pieno inverno, chiamato in tarda serata per un camino che stava per bruciare, rispondeva al telefono sotto la doccia; in meno di 5 minuto era sul posto, saliva sul tetto e con calma, con un pentolino ha continuato ad immettere acqua nel camino per quasi mezz’ora, fino a scongiurare l’incendio del camino: guai se fosse intervenuto con un getto d’acqua, disse poi; finito l’intervento, spiegò che si trovava sotto la doccia ma che non aveva perso tempo, si era asciugato alla meglio, indossato la tuta di pompiere e salito in macchina: sotto la tuta, in pieno inverno, non aveva uno straccio di maglia, una camicia, una giacca … Questo era Celestino Cemin.













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