Gioacchino Trentinaglia è morto sei giorni dopo l’incidente

telve. Gioacchino Trentinaglia, non ce l’ha fatta, è spirato ieri mattina all’ospedale Santa Chiara di Trento dove era stato ricoverato, una settimana fa dopo una caduta in bicicletta. Trentinaglia...


Carclo Bridi


telve. Gioacchino Trentinaglia, non ce l’ha fatta, è spirato ieri mattina all’ospedale Santa Chiara di Trento dove era stato ricoverato, una settimana fa dopo una caduta in bicicletta. Trentinaglia aveva compiuti i 71 anni a marzo, e per mezzo secolo è stato uno dei principali protagonisti della Bassa Valsugana, e di Telve dove viveva in particolare. Già a vent’anni era stato nominato presidente del locale Club 3P il circolo dei giovani contadini impegnato nel rinnovamento dell’agricoltura.

E’ sempre stato un antesignano nelle sue scelte che sono state spesso criticate ma poi prese ad esempio. Così quando tutti dovevano lavorare sulla selezione di vacche Brune lui scelse la via più redditizia delle pezzate nere. Ma quando l’Unione europea lanciò la proposta di un premio a capo per chi chiudeva la stalla, Gioacchino fu tra i primi a chiuderla per buttarsi sulle nuove colture emergenti sul conoide di Telve: la viticoltura e i piccoli frutti. Ben presto si rese conto però che queste colture avevano bisogno dell’irrigazione si impegnò nella costituzione del consorzio di miglioramento fondiario e nella realizzazione dell’impianto irriguo come presidente del consorzio. Leader della Coldiretti della zona con la costituzione dell’Esat venne eletto come presidente del Comitato Agricolo Comprensoriale, e come tale membro dell’assemblea dell’Esat e del comitato esecutivo. In tutti questi ruoli seppe portare concretezza, esperienza e proposte per la realizzazione dei servizi a favore dei contadini per i quali l’Esat era stato costituito.

Un riconoscimento molto importante è venuto dalla Cooperativa dei Piccoli Frutti, la Sant’Orsola, della quale fu per molti anni amministratore diventandone anche vice presidente. Era, infatti, un cooperatore convinto della necessità di unire le modeste forze di tanti piccoli contadini professionali e part-time per dare loro la capacità contrattuale necessaria per valorizzare i prodotti.

In quest’ottica va vista negli anni settanta dello scorso secolo la creazione di un moderno e razionale spaccio carni costituito dagli allevatori della zona di Telve per valorizzare i loro animali da macello. Anche in questo caso Gioacchino era il leader, e le critiche non mancarono ma i risultati si sono visti.

Un ultimo aspetto: il suo impegno a favore del terzo mondo. Per molti anni fu consigliere di Acav e grande sostenitore dei progetti che negli anni d’oro della Ong questa realizzava in Africa. I funerali si terranno domani a Telve.













Scuola & Ricerca

In primo piano