Viabilità

Frana sulla Valsugana, Fugatti a Vicenza: «Riaprire alle auto»

Vertice in prefettura. Gli industriali vicentini: «Serve un nuovo collegamento tra la pedemontana veneta e il Trentino»



TRENTO. La frana che 10 giorni fa si è abbattuta sulla Valsugana, invadendo la sede ferroviaria e quella stradale, costringe alla chiusura della statale della Valsugana probabilmente per alcuni mesi. Ma la Provincia di Trento chiede al Comune di Valbrenta di riaprire al traffico per le sole auto. Lo ha ribadito oggi (22 gennaio) il presidente Maurizio Fugatti, che ha partecipato alla riunione in Prefettura a Vicenza, per fare il punto della situazione. «Abbiamo spiegato alla Prefettura di Vicenza la difficoltà generata dal blocco totale della mobilità in Valsugana e abbiamo chiesto di verificare la possibilità di cambiare la posizione del Comune di Valbrenta al fine di rivedere il prima possibile l'ordinanza di chiusura, valutando la riapertura al traffico per le auto», ha detto il governatore trentino.

Improponibile il ripristino sulla carreggiata danneggiata. Ma Fugatti parla di una «deviazione» sulla viabilità locale in Destra Brenta.

In un primo momento il Comune di Valbrenta aveva consentito il transito sulle stradine di campagna per i soli mezzi leggeri. Ma dopo una giornata, aveva cambiato idea, per la mole di traffico e per l’inadeguatezza delle arterie alternative.

Intanto anche gli industriali vicentini chiedono al più presto una soluzione: «È auspicabile che il ripristino della transitabilità lungo la SS 47 possa avvenire nel più breve tempo possibile e che altrettanto avvenga riguardo alla circolazione ferroviaria. Nel frattempo, si confida che in sede prefettizia, con il coinvolgimento degli enti interessati, possano essere individuate soluzioni transitorie», afferma in una nota Claudio Pozza, delegato alle Infrastrutture di Confindustria Vicenza. Gli Industriali vicentini insistono per una "risoluzione strutturale e definitiva" del collegamento tra il Vicentino e il Trentino. "Quest'ultima frana, che per pura casualità non ha portato ad incidenti o vittime - prosegue Pozza - sta portando pesanti ripercussioni che chissà per quanto tempo ancora produrranno effetti nefasti sui traffici tra Veneto e Trentino e viceversa. Ora non si può più tergiversare, il territorio e tutti i suoi enti competenti devono una volta per tutte affrontare sia il tema della riqualificazione, ammodernamento e messa in sicurezza della SS 47, sia quello della creazione di un nuovo corridoio infrastrutturale che colleghi efficacemente la pedemontana veneta con il Trentino", conclude. 













Scuola & Ricerca

In primo piano