Mori, sfumato l’ufficio stampa Elena fa ricorso contro il Comune 

Scalzato dal primo al secondo posto, chiede di annullare la graduatoria che gli ha tolto quattro punti Secondo il ricorrente, rimossi per errori di valutazione della commissione nell’analisi dei requisiti  



MORI . Stefano Elena non ci sta e preannuncia ricorso per la decisione della commissione giudicatrice (fatta propria dalla Giunta moriana con un’apposita delibera di contrordine) di annullare la graduatoria originale approvata a ottobre e di retrocederlo dal primo al secondo posto nella gara per individuare il nuovo addetto stampa del Comune di Mori (ne abbiamo scritto ieri). A ballare sono quattro punti decisivi per trovarsi davanti o dietro all’addetto stampa (nonché direttore del notiziario Mori Informa Mori) uscente Luca Nave: prima del ripensamento dei commissari era finita 157 a 155 per Elena, con gli altri contendenti più staccati (la valutazione non era nel merito o sulle capacità, ma solo sui titoli, sull’esperienza e sull’anzianità, con punteggi prestabiliti per ogni mese di attività e per ogni titolo di studio vantato). Quattro punti inizialmente assegnati e poi tolti (quattro mesi dopo, in seguito ad approfondimenti con Provincia e università) legati al conseguimento di “altri titoli universitari (master, specializzazione, dottorati attinenti alla professione)”. Sul fatto che Elena abbia frequentato un corso post-universitario (dal 29 marzo al 23 dicembre 1993, per un totale complessivo di 1.080 ore) ci sono pochi dubbi, come emerge dai riscontri chiesti dal giornalista tramite il difensore civico alla Provincia e fattici pervenire in redazione: si parla di «iniziativa formativa altamente specialistica» legata all’università di Trento, qualificata come «corso di secondo livello post-laurea» cofinanziato con il Fondo Sociale Europeo. Nello stesso documento di cui giusto in questi giorni è entrato in possesso di Elena, d’altra parte, si sottolinea come il direttore dell’ufficio risorse Unione Europea e sviluppo del lavoro Luciano Galetti abbia fatto notare che «pur trattandosi di percorsi di elevata specializzazione, volti a favorire un più agevole accesso al mondo del lavoro, non potevano essere equiparati a master universitari ancorché la gestione fosse attuata dall’università di Trento» in nome e per conto della Provincia. Questo aspetto sembrerebbe poter offrire elementi a supporto del declassamento tardivo deciso dalla commissione comunale (nel bando si parla appunto di “altri titoli universitari”), ma ci può essere certamente un margine interpretativo e per questo Elena (secondo il quale all’epoca i master propriamente detti nemmeno c’erano) vuole giocarsi le proprie carte (in ballo per la mansione di addetto stampa ci sono diecimila euro lordi più Iva all’anno) opponendosi alla decisione dei commissari vidimata a stretto giro dalla Giunta. In tutto questo il Comune, tra preparazione del bando, esito della gara e protratte verifiche, è senza addetto stampa da un anno e visto l’incombente ricorso del giornalista “scottato” potrebbe rimanerne sprovvisto ancora per un po’. (m.cass.)













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