IL CASO

Vaccino per la moglie del dirigente Apss. I sindacati: “Verificare che non esistano altri casi di questo tipo”

L’Azienda sanitaria trentina avvia un’indagine interna. Benetollo: “Episodio grave, da chiarire fino in fondo”

IL CASO: Le dimissioni per la dose di vaccino somministrata alla moglie, la giudice Alma Chiettini

L’AMMISSIONE: “Ho fatto il nome di mia moglie per non buttare via le dosi

L’ASSESSORA:Ho chiesto all’Apss di applicare al termine dell’indagine dei provvedimenti disciplinari esemplari”



TRENTO. Sul caso della vaccinazione della moglie di Enrico Nava, che si è poi dimesso da responsabile del servizio integrazione sociale dell’Azienda sanitaria provinciale, intervengono anche i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil del Trentino, Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Alotti: “L’episodio che ha visto coinvolto uno dei manager di punta dell’Azienda Sanitaria nominato di recente nel suo ruolo dal nuovo direttore generale Benetollo, getta un’ombra sulle strategie vaccinali della Provincia di Trento. Va fatta quindi piena luce su questo increscioso e inaccettabile episodio a partire da un’attenta verifica della sussistenza di altri casi di questo tipo. Sarebbe infatti gravissimo se anche in altre occasioni fosse accaduto che alcuni abbiano potuto accedere alle vaccinazioni anti-Covid solo in virtù di legami di parentela o conoscenza con figure di rilievo della pubblica amministrazione”.
“Di più, crediamo che sia arrivato il tempo di fare chiarezza sulle strategie vaccinali della Provincia. Dobbiamo essere infatti certi che, finché l'approvvigionamento delle dosi di vaccino non sarà tale da coprire tutti i cittadini interessati, all’immunizzazione siano chiamati in via prioritaria solo le persone fragili e suscettibili agli effetti più drammatici del Covid-19. Gli sforzi che il nuovo governo nazionale sta mettendo in campo per aumentare la velocità e la portata delle vaccinazione non possono essere vanificati a livello locale da modalità confuse o poco trasparenti nella distribuzione di un presidio sanitario così importante come il vaccino. Ne va dell’efficacia stessa della campagna vaccinale nel riuscire a garantire un’uscita rapida dall’emergenza ed un progressivo ritorno alla normalità”.

Sul caso il direttore generale dell’Apss Pier Paolo Benetollo ha avviato un'indagine interna al fine di "verificare lo svolgimento dei fatti e verificare i profili di responsabilità a tutela dell'immagine dell'ente e dei propri operatori".

"Siamo di fronte a un episodio grave che, oltre a minare la fiducia nell'istituzione crea disorientamento nella cittadinanza", dice Benetollo. “L'episodio va chiarito fino in fondo, anche per rispetto di tutti gli operatori sanitari che da mesi sono impegnati in questa importante campagna vaccinale e che, nelle prossime settimane, a fronte del tanto atteso incremento delle forniture, saranno chiamati ad uno sforzo collettivo straordinario. Per questo di fronte alle dimissioni presentate dal dottor Enrico Nava ho ritenuto di accettare nell'immediato la remissione dell'incarico di direttore dell'integrazione socio sanitaria e procedere ad una verifica precisa di fatti e responsabilità".

L’assessora alla salute Stefania Segnana invoca severità: “Ho domandato al dottor Benetollo di applicare al termine dell’indagine dei provvedimenti disciplinari esemplari”.

Il dottor Nava ha detto di avere commesso una leggerezza e si è giustificato così: «Stavano cercando i nominativi per coprire tutti i posti al fine di non buttar via le dosi di vaccino. Allora ho fatto il nome di mia moglie».













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