Volano

Volano, una monoposto da corsa: Fiorenzo realizza il sogno

La passione di Tovazzi per i motori nasce dalla Formula Uno: dieci anni di intenso lavoro prima di poter scendere in pista. E i progetti non finiscono qui


di Maurizio Panizza


VOLANO. C’è chi della Formula Uno sa tutto: soprattutto la marca, la potenza, il telaio, l’aerodinamica, i piloti e le prestazioni di ogni singola monoposto e mai e poi mai si perderebbe un Gran premio in televisione. C’è, poi, chi lo schermo della tv lo vede troppo stretto e quindi, quando può, raggiunge gli autodromi di mezza Europa per assistere dal vivo alle sfide dei propri beniamini di F1.

Infine, c’è chi non si sposta mai, perché lui, la “formula”, se la costruisce da sé nello scantinato di casa. E, sia chiaro, non un modellino in scala, ma una vera auto da corsa. E’ questo il caso - più unico che raro - di Fiorenzo Tovazzi, un appassionato di motori che abita a Volano, uno che alla teoria del bar ha voluto aggiungere la pratica dell’officina.

Nei 61 anni della sua vita, Fiorenzo ha fatto quasi due anni di militare in marina, poi, tornato al paese, ha lavorato per 17 anni presso le officine meccaniche Cainelli, quindi 6 in un’azienda plastica, poi ancora 18 anni da bidello in alcune scuole di Rovereto. In pensione dal 2011, vive da sempre con la mamma Ida. Uomo buono e semplice, di poche pretese, Fiorenzo è anche un grande tifoso di F1. Sin da giovane ha frequentato i circuiti di Zeltweg, di Monza, di Imola.

Una gran passione, quella del nostro protagonista, cullata per tutta una vita e che nel 1987 matura nell’idea di costruire una propria “formula” ispirandosi idealmente all’inglese Lotus di quel periodo. Per vedere realizzato quel sogno, a Fiorenzo saranno necessari più di dieci anni di intenso lavoro che occuperanno tutto il suo tempo libero, arrivando talvolta a trascurare - come ci racconta - persino la propria vita familiare e sociale.

Quanto è costato il lavoro? «Non ho mai fatto il conto di quanto ho speso - risponde sorridendo - Ricordo, però, che il motore costò 200 mila lire dell’epoca, il cambio 400, gli ammortizzatori 500 e il serbatoio ignifugo un milione di lire, mentre gli pneumatici slick mi vennero regalati da un amico pilota. Era la mia passione. Certo è, che se dovessi aggiungere il valore delle ore impiegate, il totale arriverebbe a cifre stratosferiche».

Ma finito il lavoro, poteva il “sogno” rimanere chiuso per sempre in uno scantinato? «Assolutamente no - ci rivela Fiorenzo - perché a quel punto era necessaria una verifica in pista». Noleggiato quindi un furgone e accompagnato dall’inseparabile amico Franco («che non smetterò mai di ringraziare»), nell’estate del 2001 Fiorenzo raggiunse l’autodromo di Lombardore, in provincia di Torino. «La sessione di prove durò 40 minuti in un clima torrido - racconta - però la mia macchina superò bene il suo primo collaudo. Ero felicissimo - aggiunge con gli occhi lucidi - perché avevo finalmente realizzato il sogno della mia vita».

Già, una vita, perché alla fine gli anni dedicati alla sua “creatura” non saranno solo dieci, ma molti di più. Nel 2005 sarà il circuito di Varano (Parma) a vedere nuovamente testato il prototipo, mentre ancora oggi, a distanza di quasi 30 anni dal debutto, Fiorenzo continua a studiare migliorie alla sua monoposto che lui chiama semplicemente “formula”. Tutto, ovviamente, con materiale costruito in casa. «In effetti - sottolinea - per un appassionato come me il progetto non termina mai».

Le aspirazioni non sono finite? «Se devo essere sincero, no. Ho ancora un sacco di idee per la testa e altri sogni nel cassetto». A proposito di sogni, chiediamo a Fiorenzo quale potrebbe essere la sua automobile ideale. «E’ la Lotus Elise stradale - ci risponde - una piccola autovettura inglese, con telaio monoscocca in alluminio e motore da 1600 cc. Un’auto senza tante complicazioni, un po’, ma solo un po’ - sorride - simile per filosofia costruttiva alla mia».

©RIPRODUZIONE RISERVATA













Scuola & Ricerca

In primo piano

Il caso

Chico Forti lascia il carcere a Miami, rientro in Italia più vicino: "Per me comincia la rinascita"

Da ieri il 65enne trentino, condannato all’ergastolo per omicidio, è trattenuto dall'Immigrazione Usa: nelle scorse ore firmato l’accordo per scontare la pena in Italia. Lo zio Gianni: "Speriamo in tempi brevi"

LA PROCEDURA. La sentenza Usa sarà trasmessa alla Corte d'Appello di Trento
IL RIMPATRIO. Il ministro Nordio: «Chico Forti, lavoriamo per il suo ritorno in Italia il prima possibile»
IL PRECEDENTE Nordio: "Gli Usa non dimenticano il caso Baraldini"
COMPLEANNO Chico Forti, 64 anni festeggiati in carcere: "Grazie a chi mi è vicino" 
IL FRATELLO DELLA VITTIMA Bradley Pike: "E' innocente"

CASO IN TV La storia di Chico in onda negli Usa sulla Cbs