Vince Rossi: Flor confermato altri 5 anni

Resterà direttore dell’Azienda sanitaria. L’ex assessora Borgonovo voleva un concorso: «Serviva un cambio di passo»



TRENTO. Alla fine ha vinto Ugo Rossi. Luciano Flor sarà riconfermato al vertice dell’Azienda sanitaria per altri cinque anni. La delibera è pronta anche se verrà portata in giunta solo lunedì 26 ottobre, a ridosso del 4 novembre quando scade il contratto del direttore dell’Azienda.

Si chiude così il braccio di ferro cominciato lo scorso luglio, quando l’allora assessora Donata Borgonovo Re (Pd) anticipò alla stampa l’intenzione di procedere ad un bando di concorso pubblico per scegliere il nuovo direttore. Due settimane dopo Borgonovo fu silurata dal governatore che al suo posto nominò Luca Zeni. E già allora si comprese che il concorso non era più all’ordine del giorno: «L'Azienda sanitaria ha 7 mila dipendenti e non devono esserci dei vuoti, avremo modo di parlarne in giunta e con il nuovo assessore», scandì Rossi. Il nuovo assessore ha prima preso tempo, poi ha lasciato trapelare l’ipotesi di una proroga di un anno, «per garantire stabilità all’Azienda» nel momento in cui il comparto viveva già l’avvicendamento del vertice politico della sanità. Tanto più che la proroga sembrava funzionale al fatto che a livello nazionale stava nascendo il nuovo albo dei direttori di Asl e ospedali, da cui le Regioni pescheranno i manager pubblici.

Ma in poco tempo la decisione è cambiata ancora: rinnovo del contratto di Flor per 5 anni,come Ugo Rossi avrebbe voluto fin dall’inizio. Mandato pieno, dunque, seppure sottoposto ad una clausola risolutoria quando entrerà in vigore la nuova normativa nazionale: lì si verificherà che Flor sia in possesso dei titoli (scientifici e di carriera) necessari per entrare nell’albo.

Sia il presidente che l’assessore alla sanità rimandano ogni spiegazione a dopo il confronto di giunta, ma la decisione è già stata presa, frutto del nuovo asse Rossi-Zeni. Ed è una scelta che conferma il numero uno dell’Azienda, chiamato nel 2010 quando governatore era Lorenzo Dellai e Rossi assessore alla sanità. L’“uomo del presidente” - Luciano Flor, 57 anni, originario di Revò in val di Non - resta alla guida dell’Azienda sanitaria per portare avanti un difficile piano di miglioramento, la razionalizzazione della rete ospedaliera e la nuova gara del Not.

Dal Pd, che solo lunedì aveva discusso di sanità in un’animata riunione con il gruppo provinciale e il coordinamento, arriva il via libera alla decisione di Zeni, a cui del resto proprio lunedì era stato confermato il sostegno «nel metodo e nel merito» dopo gli attacchi della minoranza interna (Civico, Borgonovo Re, Plotegher). «Spetta all’assessore alla sanità fare una proposta e motivarla, a me interessa la competenza e l’adeguatezza al ruolo, non le simpatie personali», chiarisce il vicepresidente della giunta Alessandro Olivi. Sulla stessa linea il capogruppo Alessio Manica: «Trovo normale che l’assessore voglia un periodo di stabilità. Spetta a lui, e non a me o ai consiglieri valutare quale sia la miglior scelta per l’Azienda sanitaria. Che ci fosse una proroga fino alla nuova normativa era cosa che ci aveva già comunicato».

Chi non cambia idea è l’ex assessora Donata Borgonovo Re. Che oggi ricorda: «Quando ad aprile chiesi un colloquio a Flor per parlargli dell’idea del concorso pubblico, esordii con una domanda “Lei dove si vede tra un anno?”. La sua risposta fu “Né all’Azienda né alla direzione sanitaria”. Immagino che, da civil servant, il dottor Flor non abbia poi avuto modo di sottrarsi alla richiesta che gli è arrivata di proseguire il suo incarico». «Nel primo e forse ultimo colloquio che ho avuto ad agosto con Zeni - prosegue Borgonovo - mi disse che stava pensando di rinnovare l’incarico per un anno per garantire stabilità all’Azienda. La mia convinzione è che una funzione affidata alla stessa persona per tempi molto lunghi non consente un rinnovamento della struttura. A mio parere serviva un cambio di passo. Prendo atto che il cambio che avevo già presentato a Flor e poi al comitato dei direttori dell’Azienda, non è quello desiderato dall’attuale giunta. Mi sembra una scelta chiara, se volessi essere sgradevole - è la frecciata a Rossi e Zeni - direi che la continuità dell’Azienda sanitaria viene considerata più importante del desiderio di discontinuità che con 10 mila voti i cittadini trentini avevano chiesto di inserire nella giunta provinciale. Per il bene dei trentini mi auguro che ci abbiano visto meglio di me, io mantengo le mie riserve, che non sono sulla persona ma sulla funzione. La selezione pubblica serviva a portare a Trento i migliori professionisti».©RIPRODUZIONE RISERVATA













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