«Vallo tomo, bisogna fare rete»

La Tribù delle Fratte di Mori ha condiviso l’esperienza alla Casa sociale di Vigne



ARCO. Trasferta altogardesana per la Tribù delle Fratte che da Mori, dove manifesta contro la realizzazione del vallo tomo, ha raggiunto la Casa Sociale di Vigne per illustrare agli arcensi e non solo la storia della loro protesta e le ragioni per cui con costanza continuano a manifestare. Ma soprattutto per rilanciare il movimento allargandolo a nuovi orizzonti e coinvolgendo tutte quelle comunità che si troveranno o si trovano a dover fare i conti con quella che loro definiscono «l’arroganza straordinaria dell’amministrazione comunale e provinciale». Una strizzata d’occhio al vallo tomo arcense e poi agli altri in fase di progettazione e realizzazione in tutto il territorio provinciale. La Tribù delle Fratte è pronta a fare rete e a sensibilizzare la cittadinanza trentina sul delicato tema della sicurezza e della tutela ambientale. Dalla loro una serie di dati che proverebbero, nella fattispecie per il costruendo muraglione moriano, la possibilità di un’alternativa più economica, più veloce da realizzare e meno impattante. «Le opzioni che sono state sottoposte all’amministrazione comunale - spiega Erminio Ressegotti - sostenute da dati concreti e reali, elaborati da tecnici e geologi specializzati con oltre 40 anni di carriera alle spalle, rappresentano opere meno costose, che salvaguardano il territorio e che si realizzerebbero in tempi minori soddisfando la somma urgenza». «Con i dati - chiarisce Ressegotti - dobbiamo diffondere consapevolezza». Serata altamente partecipata con la presenza di molti volti noti nel mondo ambientalista tra i quali Beppo Toffolon di Italia Nostra, Gilberto Galvagni del Comitato Salvaguardia dell’Olivaia, i consiglieri della Comunità di Valle Angioletta Maino e Ezio Viglietti, i consiglieri comunali pentastellati Giovanni Rullo e Lorenza Colò di Arco, Cinzia Lucin e Alvaro Tavernini di Dro e Mattia Fedriga di Mori. Infine a dirigere l’incontro l’ingegnere e membro della Tribù Emilio Piccoli e Rosanna Bazzanella che ha dato il via al presidio sulle fratte che è stato capace di bloccare i lavori da novembre a gennaio. «Con il bagaglio di questa esperienza è possibile spostare il confronto in Provincia? - chiede Rullo - Lì ci sarà l’ennesimo muro di gomma ma si è capito che i comuni in questa faccenda contano poco o nulla». La risposta di Piccoli è puntuale e mira prima ad allargare il gruppo a creare una rete di persone informate dei fatti, che siano a conoscenza dei dati e poi, forse, mobilitarsi verso i responsabili provinciali. (l.o)













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