L'EVENTO

Una folla da concerto per AstroSamantha

L’astronauta trentina ha conquistato il pubblico del Muse raccontando gli esperimenti in orbita ma anche il segreto del suo taglio di capelli


di Daniele Peretti


TRENTO. Quella di due astronauti che si prendono per mano quando si muovono in assenza di gravità è la prima immagine che viene in mente quando si parla di missioni spaziali. Così ha fatto ieri Samantha Cristoforetti accompagnando - come se lo tenesse per mano - il numerosissimo pubblico arrivato al Muse, in quello che è stato il suo viaggio nello spazio iniziato il 23 novembre del 2014. Trasmettendo anche le sue emozioni: l'euforia, lo stupore, la soddisfazione e perché no anche la paura. L’astronauta trentina è stata brava nel mettersi alla pari dello spettatore che non l'ha mai sentita superiore, ma che al contrario ha avuto la convinzione che un viaggio nello spazio sia tutto sommato, alla portata di tutti. Ieri sera al Muse, Samantha è stata l'astronauta della «porta accanto», raccontando con naturalezza come fosse lei ad avere il compito di andare nello spazio riservato all'equipaggio russo a raccogliere i contenitori d'urina che poi veniva riciclata. La navicella era divisa in due parti: quella superiore riservata ai russi, quella inferiore più ampia per quello americano, al quale Samantha era stata aggregata. Oppure come ha voluto che l'astronauta addetto al «parrucco», andasse dalla sua parrucchiera ad imparare il taglio preferito. «In testa - ha detto - ho quattro peli, ma li voglio tagliati a modo mio. Tanto che non troppo scherzosamente ho spiegato che l'addestramento si sarebbe potuto considerare concluso, solo quando la mia parrucchiera avrebbe dato il via libera». Così se normalmente il taglio dura una decina di minuti, l'operazione in versione spaziale è durata più di due ore, ma con la soddisfazione di Samantha. 

La "due giorni" trentina di Samantha

Dall'Auditorium al Muse, passando per il centro di Protonterapia: ecco la "due giorni" trentina di Samantha, accolta da una bagno di folla. Come una rock star

Poi le feste. Nello spazio non se ne sono perse una: compleanni, Natale, Capodanno ma anche il 12 aprile festa della cosmonautica: «Non abbiamo dimenticato nemmeno la tradizione russa di mandare dei brevi filmati augurali. Così l'equipaggio si è vestito da Babbo Natale per fare gli auguri, noi abbiamo filmato e la ripresa è arrivata nelle case dei parenti, come se fosse una situazione del tutto normale». La mossa vincente per il buon esito della missione? Per Samantha Cristoforetti è l'affiatamento e lo spirito di squadra come nel caso del viaggio nello spazio: «Loro sono usciti tutti, mentre io sono rimasta all'interno e tutto dipendeva da me: dalla preparazione, al controllo della navicella mentre loro erano fuori, ma anche le operazioni di decompressione al rientro. In pratica ci siamo scambiati le nostre vite. Se non fossero rientrati da sola non ce l'avrei mai fatta, mentre un mio errore poteva compromettere il loro rientro. Il mio compito più difficile è stato quello di trasmettere sicurezza a chi usciva nello spazio». Samantha Cristoforetti ha saputo catalizzare l'attenzione di un pubblico eterogeneo che ha sfidato i primi freddi della sera rimanendo coinvolto in un racconto semplice, ma che non ha tralasciato nessun particolare. «Dormivamo una specie di sacco a pelo in uno spazio singolo grande come una cabina telefonica». Poi il racconto delle due ore obbligate di esercizi fisici indispensabili per la sopravvivenza. Oppure l'esempio di come la vita della navicella sia del tutto uguale a quella della terrestre: «Lassù abbiamo fatto esattamente come come fa la terra che tutto ricicla». Infine il cibo liofilizzato ed imballato tutto sommato buono, ma mai uguale al sapore di quel caffè fatto con la moka arrivata dall'Italia.

 













Scuola & Ricerca

In primo piano