la missione

Un trentino ascolterà l'universo

Il fisico Stefano Vitale coordinerà l'attività nello spazio del satellite Lisa Pathfinder



TRENTO. Un altro trentino sta diventando "spaziale". Dopo Samantha Cristoforetti, tocca ora al fisico Stefano Vitale che curerà il coordinamento scientifico della missione di un satellite europeo. Saranno le prove generali nello spazio per verificare la possibilità di ascoltare il "suono dell'universo": il via è per fine novembre, con il lancio del satellite europeo Lisa Pathfinder. La missione è stata presentata in Germania, a Ottobrunn, dall'Agenzia Spaziale Europea (Esa). Il satellite ha appena concluso la fase di test presso il centro specializzato Iabg e il lancio è in programma tra il 26 e il 27 novembre dalla base europea Kourou (Guyana francese) con il razzo Vega.

Lisa Pathfinder è il primo satellite destinato a dimostrare la possibilità di dare la caccia dallo spazio alle onde gravitazionali previste un secolo fa dalla teoria della relatività di Albert Einstein: possono essere considerate l'eco prodotta dalle perturbazioni generate da eventi violenti, come esplosioni di gigantesche stelle, collisioni tra buchi neri o lo stesso Big Bang che ha dato origine all'universo.

Il lancio del satellite sarà il primo passo di un progetto ambizioso con un'importante la partecipazione italiana, con l'Agenzia Spaziale Italiana (Asi) e il coordinamento scientifico con il fisico Stefano Vitale, dell'università di Trento e dell'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn).

La missione Lisa Pathfinder è infatti destinata ad osservare l'universo in modo nuovo, intercettando segnali debolissimi e sfuggenti come le onde gravitazionali. Realizzato da un gruppo di aziende guidate dalla Airbus, il satellite dovrà verificare le tecnologie che saranno impiegate nel progetto eLisa (evolved Laser Interferometer Space Antenna), ossia nell'osservatorio spaziale costituito da tre satelliti in orbita intorno al Sole e il cui lancio è previsto nel 2034. Rivelare le onde gravitazionali, ha detto Vitale, permetterà di studiare fenomeni estremi e oggetti difficili da osservare, come i buchi neri.

Sarà anche possibile, ha aggiunto, "fare la stratigrafia dell'universo" fino a ricostruire l'origine delle galassie e dei buchi neri che possiamo osservare oggi. Oggi la nostra conoscenza dell'Universo si basa sull'osservazione delle onde elettromagnetiche, come la luce visibile, raggi infrarossi, ultravioletti, radio, raggi X e raggi gamma.













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