Uccide un capriolo nano: bracconaggio

Il cacciatore si è autodenunciato: poteva abbattere solo un esemplare giovane ma ha colpito un adulto anche se mignon



TRENTO. L’ultima battuta di caccia del 2013 si è trasformata in guai giudiziari per un cacciatore della riserva di Croviana che si è trovato indagato per bracconaggio. Ma l’anno nuovo si è aperto con una buona notizia, ossia la richiesta di archiviazione avanzata dalla procura. E tutto questo per un capriolo nano. Ebbene sì, quello che aveva cacciato era un ungulato affetto da nanismo.

Ma facciamo un passo indietro per ripercorrere quello che è successo. Dunque l’uomo domenica scorsa è uscito per una battuta di caccia. In base al piano di abbattimento, nel suo mirino potevano entrare solo caprioli giovani, non certamente dei maschi adulti. Si è mosso all’interno della riserva fino a quando non ha visto l’esemplare che - da quella distanza - appariva quello giusto. Il fucile non lo ha tradito e ha abbattuto l’animale. Quando si è però avvicinato per recuperarlo, si è reso conto che, sebbene fosse di ridotte dimensioni, non era un giovane capriolo. E cosa ha fatto? Sì è comportato come prevede la legge e si è presentato alla forestale di Malè con la sua preda. E si è di fatto autodenunciato. Ossia ha ammesso di esser stato lui ad aver ucciso quell’animale e di essersi reso conto di aver sbagliato. La forestale lo ha subito identificato e lo ha denunciato per bracconaggio sequestrando quindi l’animale. La notizia di reato è stata trasmessa alla procura ma nel frattempo il cadavere dell’animale abbattuto è stato portato dal veterinario di zona per farle esaminare. E ha potuto appurare che, anche se ha commesso un errore, il cacciatore ha sbagliato a quanto pare in buona fede. Quel capriolo, infatti, era affetto da nanismo e quindi di dimensioni ridotte rispetto ad altri esemplari della sua età. E soprattutto non aveva sviluppato le corna che sono uno dei segni più chiari che permetto di distinguere un esemplare adulto da uno ancora in tenera età. Insomma quando ha premuto il grilletto era convinto di mirare ad un giovane capriolo che, secondo la legge sulla caccia e in base ai piani di abbattimento, poteva uccidere. Le conclusioni del veterinario sono state quindi trasmesse alla procura che ha subito fatto richiesta di archiviazione del caso e ha anche ordinato la restituzione del capo abbattuto al cacciatore. Ora sarà il giudice che dovrà valutare se ci siano gli estremi per mettere in archivio la denuncia per bracconaggio oppure se chiedere ulteriori verifiche per proseguire la causa.

Nel 2013 sono stati 6.702 i permessi rilasciati ai 6.540 cacciatori trentini che ne hanno fatto richiesta. Rispetto all'anno precedente, in calo le donne cacciatrici: da 24 a 17; così come i permessi per la caccia all'estero: da 46 a 28. In aumento, invece, i permessi per il porto d'armi di fucile ad uso caccia: da 1012 a 1038, con 35 under 20 e 150 over 70. Per questa stagione sono stati fissati in 6.834 i caprioli abbattibili, dei quali 2.733 maschi; 2.306 cervi e 3.457 camosci.

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