Tumore congelato, il rene è salvo

Dalla «crioterapia» alla robotica: tutte le tecniche per evitare l’asportazione dell’organo malato



TRENTO. Interventi sempre meno invasivi e mirati a salvaguardare gli organi colpiti, evitandone il più possibile l’asportazione. Le nuove tecnologie applicate alla chirurgia stanno aprendo negli ultimi mesi scenari rivoluzionari in campo urologico.

Una delle procedure più innovative è la crioterapia: usare il freddo come strumento terapeutico, in alternativa al bisturi. Una tecnica che si esegue inserendo a livello della massa renale degli aghi transcutanei attraverso i quali la massa stessa viene portata a -40°C per 10 minuti circa per due volte (cioè due cicli di congelamento e scongelamento). Un quarto ago posto nel parenchima (la parte solida del rene) sano monitorizza la temperatura nel resto dell’organo. La manovra, eseguita sotto guida ecografica, produce la necrosi delle cellule tumorali. Il primo intervento in regione è stato eseguito dall'equipe del dottor Gianni Malossini, alla guida del reparto di Urologia al Santa Chiara. Le indicazioni - precisa il primario - sono molto selettive e limitate a casi selezionati di neoplasia renale, perché lo standard rimane la terapia chirurgica, ma non vi è dubbio che con gli sviluppi tecnologici questo tipo di approccio rappresenta una risorsa per il futuro.

La sfida che si pone oggi è quella di affrontare dal punto di vista chirurgico queste neoplasie in modo sempre più preciso e mini-invasivo. Vanno in questa direzione l’utilizzo del robot chirurgico Da Vinci (si veda articolo di spalla) e di altre metodiche di asportazione delle masse tumorali con la conservazione dell’organo stesso: la cosiddetta “enucleazione” o “tumorectomia” renale. Queste tecniche rappresentano ormai lo standard nel caso di masse di piccole dimensioni e possono avvalersi della chirurgia robotica. Vengono comunque eseguite in maniera crescente, talora anche per masse più grandi, e rappresentano oggi il 40-45% della chirurgia renale presso l’Unità operativa di Urologia del Santa Chiara. Ma l’ambito dove la robotica viene utilizzata con maggiore frequenza (ci avviciniamo al 90% dei casi) è l’intervento sul tumore alla prostata, che a differenza del rene però deve sempre essere asportata in toto. L’introduzione dei bracci meccanici con tecnica laparoscopica consente infatti di intervenire con grande precisione e in spazi ridotti come la piccola pelvi, la parte inferiore dell’addome. Lo stato dell’arte è stato rappresentato nel corso del 61° congresso della Società degli urologi del Nord Italia (Suni), che si è svolto nei giorni scorsi a Riva del Garda: in quella sede si è discusso di neoplasie della prostata, neoplasie del rene, ipertrofia della prostata ed in generale di innovazione terapeutica e tecnologica. Dal punto di vista epidemiologico, la neoplasia della prostata è la prima per incidenza (15.3% di tutte le neoplasie, escluse quelle cutanee) e la terza per mortalità nel maschio in Trentino. La neoplasia renale è l’ottava per incidenza in Trentino (3.6% di tutte le neoplasie). Questi dati sono inferiori a quelli delle regioni vicine (Veneto e Friuli) ma superiori al dato medio nazionale. Il rischio di sviluppare una neoplasia della prostata e del rene per un maschio trentino entro i 74 anni è pari al 5.9% e 1.7%, rispettivamente (dati del Registro Tumori di Popolazione, 1999-2002). Non tutte le neoplasie sono tuttavia uguali dal punto di vista biologico; uno dei principali obiettivi di ricercatori e clinici è quella di mettere a punto delle indagini in grado di predire il comportamento di una neoplasia appena diagnosticata. Il grande sviluppo e diffusione delle moderne tecniche di diagnosi radiologica - dette di “imaging” - consente infatti la diagnosi di un numero crescente di neoplasie, magari di piccola dimensione e dal comportamento clinico incerto, davanti alle quali per il clinico può essere difficile prendere decisioni terapeutiche. Proprio l’incertezza del comportamento biologico di alcune neoplasie prostatiche ha finora limitato i programmi di screening sulla popolazione.

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