Trento: sentenze del Tar, la Provincia vince facile

Perde solo una volta su quattro. Nel 2010 è aumentata la litigiosità


Mara Deimichei


TRENTO. Uno su quattro. Questo è il rapporto fra ricorsi accolti e ricorsi presentati davanti ai giudici del Tar. Capovolgendolo significa che tre volte su quattro a «vincere» è l'ente pubblico e quindi (nella grande maggioranza dei casi) la Provincia. A dirlo sono di dati del tribunale amministrativo che ieri ha inaugurato l'anno giudiziario con il nuovo presidente Armando Pozzi. Sui 250 ricorsi discussi e definiti dai giudici del Tar, 66 sono stati accolti mentre 101 sono stati respinti. I numeri del 2010 e sono in linea con quelli dell'anno precedente quando su 313 ricorsi, 94 avevano trovato accoglimento. Leggendo i dati del tribunale amministrativo si nota un certo aumento della litigiosità o comunque delle ragioni per presentare un ricorso contro la pubblica amministrazione. Se nel 2009, infatti, erano stati depositati 236 ricorsi, lo scorso anno la cifra è salita a 290. La materia che ha «conquistato» il numero maggiore di ricorsi è quella legata all'urbanistica e all'edilizia, seguita dagli appalti per lavori pubblici. Boom di ricorsi anche per gli stranieri: dai 18 del 2009, si è passati a 35. Sulla situazione della giustizia amministrativa, il giudizio del presidente Pozzi è positivo. «Ma la felicità non è un dono piovuto dal cielo: essa è sì lo specchio di una realtà politico-econimico-sociale più virtuosa rispetto ad altre zone del Paese. Ma è anche il frutto di un impegno costante di tutto il personale amministrativo, dei giudici e dei presidenti che mi hanno preceduto i quali, con il loro esempio hanno saputo infondere nei colleghi e nei collaboratori l'entusiasmo del servire la collettività. Fra le sentenze che sono state prese ad esempio per l'inaugurazione dell'anno giudiziario c'è quella sul limite per le seconde case. «Quella pronuncia - ha sottolineato Pozzi - mi ha consentito di apprezzare subito il senso del bene comune e l'amore per il proprio territorio da parte della classe politica locale. È stata, infatti, dichiarata legittima la delibera della giunta del 2005 con la quale il comune di Strembo era stato inserito nell'elenco dei comuni soggetti alla disposizione che fissava il limite percentuale del 20 per cento della volumetria residenziale realizzabile e da destinare alle seconde case. Il tribunale ha dunque integralmente condiviso le finalità della legge volte ad arginare l'eccesso di seconde case per l'impatto negativo legato allo sperpero egoistico speculativo di aree edificabili da un lato e al pregiudizio per i valori paesaggistici dall'altro oltre a causare una lievitazione dei prezzi dei terreni e degli immobili. Senza considerare poi il fenomeno dell'allontanamento dei residenti non in grado di vivere e operare all'interno di un mercato in continuo rialzo e del conseguente degrado dei paesi. È stata poi citata una sentenza connessa al diritto ad un ambiente salubre con la quale è stato legittimato il divieto di uno di una sostanza nociva per la salute. «Si è trattato - ha concluso Pozzi - di una forma anticipata di tutela, forma preferibile a quella insita nel principio comunitario "chi inquina paga"».

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