TRENTO

Trento Rise: consulenze legali, condanne pesanti

Il giudice è andato oltre le richieste della procura: due anni e due mesi a Coletti, 18 mesi per l'ex presidente Giunchiglia



TRENTO. Condanne pesanti (più alte di quelle chieste dalla procura) in primo grado per i cinque imputati nel secondo filone dell’inchiesta Trento Rise, quello legato alle consulenze legali. E nessuno, dopo la lettura del dispositivo da parte del giudice Borrelli, ha avuto voglia di commentare. Se non per annunciare, lette le motivazioni, il ricorso in appello. L’udienza di ieri era iniziata alle 9.30 con le conclusioni delle parti (la procura, i difensori degli imputati e il legale della parte civile) ed è finita alle 18. Come? Sergio Coletti, noto avvocato bolzanino è stato condannato a 2 anni e 2 mesi (la procura aveva chiesto un anno e due mesi), Fausto Giunchiglia, ex presidente di Trento Rise a un anno e sei mesi (la richiesta era di un anno e un mese), le allora dipendenti dell’ufficio legale del consorzio Anna Paola a Beccara, Angela Danieli e Maria del Carmen Jimenez a un anno e 15 giorni (l’accusa aveva chiesto 10 mesi per la prima, 11 per la seconda e 8 mesi e 20 giorni per la terza). Per tutti previsti i doppi benefici.

Decisi anche i risarcimenti per la parte civile , ossia l’associazione Trento Rise in liquidazione. A fronte della richiesta di una provvisionale di 100 mila euro, il giudice ha deciso per un risarcimento definitivo di 160 mila euro a carico di Coletti, di 60 mila da parte di Giunchiglia e di 15 mila per Danieli e Jimenez. Esclusa a Beccara che aveva già definito la sua posizione da questo punto di vista in altra sede. Le accuse che erano state mosse dalla procura erano molteplici e differenziate per gli imputati. La posizione più pesante quella di Coletti che si era aggiudicato l'incarico di consulente legale di Trento Rise. E che è stato accusato di truffa perché, secondo l'accusa, avrebbe predisposto (assieme all’ex responsabile dell’ufficio legale del consorzio) i documenti per la liquidazione dei compensi al bolzanino per attività che, in realtà, non sarebbero mai state svolte oppure sarebbero state svolte solo in parte. L'ipotesi di falso è stata avanzata nei confronti di Coletti e Giunchiglia perché avrebbero retrodatato l'atto con il quale veniva conferito l'incarico sempre a Coletti. In questo modo sarebbe risultato che le procedure e le valutazioni preparatorie al conferimento dell’incarico erano state effettuate prima dello svolgimento dell’attività stessa e che i servizi resi dovevano essere quindi pagati sulla base di un incarico contrattuale valido ed efficace. La stessa ipotesi di falso, a carico di Giunchiglia e dell'ex dipendente a Beccara, è stata avanzata per due proroghe dell'incarico, sempre a Coletti. Le ex dipendenti Danieli, a Beccara e Jimenez erano state indagate anche per turbativa di gara d'appalto perché avrebbero pilotato la procedura per conferire l'incarico a Coletti modificando le indicazioni di punteggio. Con delle contestazioni supplettive, l’ex presidente Giunchiglia è stato chiamato a rispondere anche di abuso d’ufficio perché avrebbe procurato all’avvocato bolzanino un ingiusto profitto mentre rivestiva il ruolo di pubblico ufficiale.













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