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Trento, imbrattato il maxi murale di Patauner

Scritte anti repressione sul dipinto nel sottopasso di via Verdi. L’artista: «Se i no Tav pensano ad una censura sbagliano»


di Gianpaolo Tessari


TRENTO. Già deturpato il murale gigante realizzato dall'artista Rudi Patauner nel sottopasso ferroviario in fondo a via Verdi. Quello che nelle intenzioni del Comune doveva diventare un biglietto da visita per i turisti che arrivano in città da sud si è rivelato ancora una volta una sorta di maxi tavolozza corsara dall'insoddisfazione: «La vostra arte è reprimere e coprire» è la scritta tracciata con vernice nera nottetempo.

La buona notizia è che tutto il murale era stato rivestito con uno speciale strato di un prodotto anti graffito: rimuovere la scritta, grazie ad un apposito reagente, non sarà difficile e il disegno non viene intaccato. Questa mattina un tecnico incaricato si prenderà cura del caso. Ma non è solo un problema di vernici e pennelli, la questione è più ampia.

Le scritte che affliggono un sottopasso piuttosto buio, e nel tratto centrale non visibile dalla strada, sono e rimangono un problema. Parlare di educazione (o di amore della cosa pubblica) pare superfluo: vi è anche un evidente problema di controllo notturno, non risolto nemmeno dalla recente installazione di telecamere nei pressi del sottopasso.

Il tutto all'indomani, o quasi, di un ordine del giorno approvato dal Comune proprio contro questo genere di danneggiamenti. Già in passato si era deciso di fare pulire i muri ai grafittari colti sul fatto, visto che ci si trova comunque di fronte a ripetuti casi di danneggiamento della cosa pubblica.

Aldilà dell'aspetto puramente legato al danneggiamento vi è anche il dispiacere di vedere rovinato un grande murale, un'opera che Patauner aveva diviso in quattro quadri, molto grandi: una biblioteca tra le nuvole, il palazzo delle Albere, l'Uomo Vitruviano e delle mongolfiere bianco rosse che sono in realtà la funivia che sale in Bondone, tanto chiacchierata quanto mai realizzata.

L'imbrattatore seriale, probabilmente con una felpa con un cappuccio calato in testa per garantirsi un certo grado di cammuffamento, si è presentato nel sottopasso nel cuore della notte con una bomboletta spray in mano: per scrivere la frase ha scelto nel murale la biblioteca fra le nuvole.

Non ha impiegato molto, poco più di un minuto, per scrivere la frase e rovinare due settimane di lavoro di un gruppetto di artisti non certo etichettabile come reazionari. Anzi. Tant'è.

Rudi Patauner un po’ amareggiato lo è: «Speravo che sarebbe durato un po’ di più, lo confesso. Come è anche vero che le telecamere per chi passa di corsa con un berretto in testa sono un deterrente sino ad un certo punto».

All’artista, tuttavia, non è che faccia proprio piacere essere finito in mezzo ad una sorta di disputa politica a mezzo bombolette spray e pennellesse: «Credo che ci si possa esprimere in modi e luoghi che non rovinino il lavoro altrui. Si sa che le lunghe pareti del sottopasso erano state utilizzate a lungo dai “no Tav” per le loro scritte. Può essere che qualcuno di loro abbia scambiato il nostro disegno come il voler coprire le loro idee. Non è stato assolutamente così e spero vivamente che questi ragazzi, con quest’ultimo sfregio, si sentano in pari in questa sorta di botta e risposta che hanno innescato».

Del resto la mission di Patauner era quella di consegnare la maxi opera muraria in tempo proprio per il ponte dell’Immacolata: «Sì ed eravamo riusciti, grazie alla buona volontà delle persone che hanno lavorato con me, a stare nei tempi che ci aveva assegnato il Comune. Debbo anche dire che avevo avuto delle risposte molte positive da parte di diverse signore che abitano in zona. E che mi avevano fatto notare come si fosse riusciti a portare luce e colore in una zona piuttosto cupa. Insomma le reazioni erano state positive». La speranza è che la guerra alla vernice finisca qui.













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