Trento: il giudice restituisce il tesoro ai Vesconi

Fabio Fracalossi condannato a pagare 6 milioni agli eredi del patron dell'Ica


Luca Petermaier


TRENTO. Cinque anni di battaglie legali, perizie, carte bollate. Cinque anni di amarezze e veleni, sentimenti che hanno scandito un pezzo di vita di una delle famiglie più in vista di tutta la città: la famiglia Vesconi, moglie e figli (quattro) del compianto Franco, fondatore dell'Ica e notissimo imprenditore scomparso nel giugno del 2001 a 72 anni durante una gita sui monti di Campiglio. Tutta colpa - dicono loro - di Fabio Fracalossi, marito di Carla (una delle figlie, gli altri sono Silvia, Gabriella e Umberto), brillante ingegnere con l'hobby della finanza e appassionato di computer che avrebbe fatto sparire il piccolo tesoro che i Vesconi gli avevano affidato nel corso degli anni perché lo facesse fruttare con abili speculazioni finanziarie. Sei milioni di euro - questa è la cifra - sui quali si è scatenata a partire dal 2005 una battaglia giudiziaria che ha avuto nei giorni scorsi l'ennesimo colpo di scena. Il giudice civile Dino Erlicher ha riconosciuto il diritto di Rosa Duri (moglie di Franco) e dei figli Carla, Silvia e Umberto al risarcimento pieno di quei sei milioni di euro. Una sentenza che modifica sensibilmente l'esito del giudizio penale in cui il giudice - che acconsentì ad un patteggiamento ad 1 anno di reclusione - ritenne Fracalossi responsabile della sparizione di «appena» 120 mila euro, somma per la quale l'ingegnere non riuscì a fornire giustificazioni. La causa civile appena definita trae origine dall'atto di citazione che la moglie di Franco Vesconi, Rosa Duri, depositò in tribunale nel 2006 contro l'ex genero, chiamando in causa all'inizio anche la madre e la sorella di lui per una complicata questione ereditaria poi risolta. Per molti anni Fracalossi aveva presentato ai Vesconi puntuali rendicontazioni degli investimenti e dei ricavi sotto forma di estratti conto delle società a cui si appoggiava. Tutto precipita quando Fabio e Carla - al culmine di una vita coniugale molto tormentata - decidono di separarsi. E' il 2005 e i Vesconi chiedono a Fracalossi la restituzione delle somme affidategli. Lui prima nicchia e poi confessa: «Ho perso tutto in borsa». E gli estratti conto che rappresentavano conti floridi? «Tutti falsi». Il resto è storia recente, con il patteggiamento di Fracalossi a 1 anno per appropriazione indebita e una complessa causa di separazione tra lui e Carla. Restava ancora aperta la partita civile dopo la causa intentata da Rosa Duri. Fracalossi, chiamato in giudizio dall'ex suocera, ha a sua volta chiamato in causa tutti gli altri Vesconi, sostenendo di non poter quantificare l'ammontare esatto delle somme a lui affidate. Ne è nata una causa complicatissima, nella quale nemmeno il consulente del giudice è riuscito a definire a quanto ammonti davvero il «buco nero» creato da Fracalossi. Una cosa, però, il giudice Dino Erlicher l'ha accertata: Fabio Fracalossi (da mesi irreperibile) dovrà restituire ai Vesconi fino all'ultimo centesimo di quanto costoro gli avevano affidato. E in particolare: 2,7 milioni a Rosa Duri; 1,4 milioni a Umberto; 1,2 milioni a Carla e 915 mila euro a Silvia.

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