Trento, addio alle lauree honoris causaIl rettore: "Rossi, Mou: inflazionate"

Basta lauree honoris causa all'Università di Trento. Dal 1995 ne sono state conferite 15, l'ultima nel 2007 alla scrittrice cilena Isabel Allende. Il rettore dell'ateneo, Davide Bassi, spiega: «Vista l'inflazione a livello nazionale abbiamo deciso di darci una calmata». E cita come esempi quelle conferite a Valentino Rossi e più recentemente allo Special One Josè Mourinho



TRENTO. Basta lauree honoris causa all'Università di Trento. Dal 1995 ad oggi ne sono state conferite 15, l'ultima nel 2007 alla scrittrice cilena Isabel Allende.

Poi, uno stop improvviso. Che il rettore dell'ateneo, Davide Bassi, spiega così. «Vista l'inflazione di lauree honoris causa a livello nazionale abbiamo deciso di darci una calmata, di astenerci».

Il riferimento, tra gli altri, è alla laurea honoris causa che nel 2005 è stata data dall'Università di Urbino a Valentino Rossi in Comunicazione e pubblicità per le organizzazioni.

«The Doctor è diventato Dottore», titolarono i giornali di tutta Italia. Una bella pubblicità per l'ateneo, ma - fa notare Bassi - «si è un po' svalutato il ruolo di questo riconoscimento e, come Università di Trento, abbiamo deciso di fermarci su questo versante».

Poi, il rettore aggiunge un altro tassello al suo ragionamento. «Valentino Rossi è un grandissimo campione, ma se si fosse iscritto all'Università e avesse dato tutti gli esami in programma si sarebbe potuto laureare senza bisogno di una laurea honoris causa».

Ma il motociclista di Tavullia non è l'unico Vip ad aver ricevuto una laurea di questo genere. Prima lui era stato Ligabue il Vip "laureato" in Editoria all'Università di Teramo nel 2004. Anche l'altro Rossi (Vasco!) fu nominato dottore nel 2005 dalla Iulm di Milano, pure lui in Scienze della comunicazione. Poi, la moda delle lauree honoris causa ha oltrepassato anche i confini nazionali. Nel marzo del 2009 lo Special One, José Mourinho, è stato nominato dottore in comunicazione dall'Università di Lisbona. E in effetti, Mou, di comunicazione come di calcio, ne capisce un bel po'. Infine, notizia delle ultime settimane, è l'idea del Ministro dell'istruzione Mariastella Gelmini di conferire la laurea honoris causa al Senatur, Umberto Bossi. Iniziativa che ha fatto sorgere non poche polemiche e accesso il già rovente dibattito politico.

Certamente ad attribuirgliela non sarà l'Università di Trento. Negli ultimi anni l'ateneo trentino ha fatto una scelta diversa, di sobrietà, dicendo «basta» alle lauree honoris causa a personaggi celebri. Anche se tra il 1995 ed il 2007 l'attività in questo senso era stata piuttosto significativa. La più vivace è stata la facoltà di Lettere e filosofia con 6 nomine. Il 21 novembre 1995 ad Andrea Zanzotto e Jean Rousset. In precedenza (l'8 marzo dello stesso anno) a Giurisprudenza erano state conferite a Reinhard Elze e Rudolf B. Schlesinger. Tra i personaggi più importanti spiccano sicuramente Giulio Einaudi, nominato dottore in Lettere Moderne l'11 dicembre 1997, Tina Anselmi e Maurizio Cattelan, dottori honoris causa in Sociologia il 30 marzo 2004, monsignor Iginio Rogger, al quale la laurea fu conferita in Giurisprudenza il 12 aprile 2006.

Infine, come già sottolineato in precedenza, il titolo fu conferito alla scrittrice cilena Isabel Allende con l'affollatissima cerimonia all'auditorium Santa Chiara il 15 maggio 2007. Forse l'ultima laurea honoris causa attribuita dall'ateneo trentino, che ha scelto di non scendere a compromessi. Ovvero: non cercare visibilità e pubblicità nominando dottore un personaggio famoso - senza particolari meriti - togliendo credibilità al riconoscimento che affonda le radici lontano nel tempo. Logica figlia di una società che punta quasi sempre all'apparenza e guarda poco in profondità.

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