Trentino, sos scuola: «Dateci un dirigente»

Sindacati preoccupati: Marco Tomasi non si è ancora insediato


Fausto Da Deppo


TRENTO. I sindacati iniziano a preoccuparsi. Osservano scorrere i mesi dalla nomina di Marco Tomasi alla guida del Dipartimento istruzione e Marco Tomasi non arriva. «Abbiamo chiesto all'assessore Dalmaso cosa aspettiamo, ma nessuno ci dice niente», si lamenta Stefania Galli (Cisl). Il problema è stato sollevato nell'editoriale sul Trentino dal direttore Alberto Faustini.

Il problema diventa sos, perché «intanto si complicano le emergenze della scuola trentina». Nell'elenco, Pietro Di Fiore (Uil) cita «i precari e le graduatorie sospese, i tagli agli organici degli istituti comprensivi e la sostituzione dei docenti che si occupano anche delle mense». Poi, lo sguardo mette a fuoco l'università, la delega provinciale, il nuovo Dipartimento dell'istruzione che comprenderà sotto la propria ala e nel nome anche l'ateneo (appunto) e la ricerca: «L'università trentina - aggiunge Di Fiore - dovrà esaltare la specificità nel quadro di contatti nazionali ed europei. Un disegno da tracciare con cura, per evitare chiusure su se stessi».
E' la nuova filiera della formazione, dall'infanzia al post laurea, a stimolare e inquietare i sindacati. «E' il passo che completa il riordino del sistema scolastico - fa il punto Gloria Bertoldi, Cgil - Bisogna agire con celerità, perché le questioni aperte sono tante e occorre mettere a capo della riorganizzazione una figura all'altezza o ne esce una soluzione che peggiora i problemi». Tomasi va bene, ma deve diventare operativo: «Attendiamo ancora che convochi le parti sociali - riprende la Bertoldi - e che ci illustri il piano di ristrutturazione del Dipartimento. Abbiamo accettato il rinvio dell'insediamento al 1º aprile, ma è ora di rimboccarsi le maniche. Collaborare con Tomasi nel frattempo impegnato al Miur? Non è pensabile pagare una professionalità di tale livello per lavorare via mail».

Stefania Galli si domanda «perché è andato via Basani se nessuno gli subentra». E si risponde con la speranza che «ci sia un valido motivo per cui Tomasi non è ancora qui». Di Fiore osserva che «in Italia ciò che è provvisorio (il Dipartimento senza guida, in questo caso) diventa stabile», ma non si rassegna: «Senza un dirigente non c'è mediazione tra gli indirizzi dettati dall'assessorato e la loro realizzabilità». Non è poi che basti un dirigente qualsiasi: «Non ci serve un esecutore di linee calate dall'alto, ma un tecnico che, in autonomia e dialogando con la politica, individui gli obiettivi e ne ottenga il massimo». Ancora una volta, ritratto e curriculum di Tomasi vanno bene e, per questo, ancora di più Tomasi manca alla scuola trentina. Restano invece i timori con cui i sindacati pesano le novità e il futuro: «La filiera della formazione dovrà vivere su servizi autonomi ma in comunicazione - si augura la Bertoldi - Insomma, scuola dell'infanzia e università non potranno essere gestiti isolatamente, per quanto al meglio. Al contempo, andrà loro garantita libertà di movimento». Per non far schiacciare «elementari, superiori e medie sotto l'impatto dell'ateneo» (Di Fiore).

Questione di equilibri, come quello che invoca nel profilo del nuovo dirigente del Dipartimento «un professionista e un mediatore, un tecnico e un uomo del dialogo, non un faro che ci illumina da Roma» (Bertoldi). Uno che sa dove intervenire e sa farlo in tempi rapidi, magari. Altrimenti, Di Fiore ha nel cassetto la proposta: «Un nuovo sovrintendente scolastico. Ma non importa il nome, chiamatelo pure dirigente generale, basta che sia qualcuno che difende la scuola di fronte alla politica».

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