ricerca

Trascrime lascia Trento e sceglie Milano

L’assessore Ferrari: «Il rapporto sulla sicurezza con le forze dell’ordine continua. A breve il nuovo hub per la ricerca»



TRENTO. Un rapporto iniziato nel 1994 e che ora sembra destinato ad interrompersi, con un tacito accordo tra le parti. È questo in sintesi, l’addio che si sta consumando tra Transcrime, il Centro interuniversitario di ricerca sulla criminalità trasnazionale e l’Università di Trento. Nato come centro di ricerca affiliato al dipartimento di Scienze giuridiche dell’ateneo trentino, l’istituto ottenne un contratto con la Provincia e divenne un centro interdipartimentale che coinvolse i dipartimenti di Sociologia e Ricerca sociale, Economia e Scienze umane e sociali, occupandosi delle tematiche legate alla diffusione della criminalità ed alla sicurezza sul territorio trentino.

Diretto da Ernesto Savona, Transcrime è stato un osservatorio privilegiato della criminalità organizzata e del rischio che anche il Trentino diventi una terra di conquista di tali organizzazioni. Questa è stata anche la materia dei due ultimi rapporti intitolati Metric (Monitoraggio dell’economia trentina contro il rischio di criminalità) dal 2011 al 2013, ma Trasncrime si è occupato anche di gioco d’azzardo e di furti in abitazioni. Dal 2010 ha trasferito la sede amministrativa a Milano e Savona ora dichiara: «Con la fine del contratto con la Provincia, l’attività si è andata sempre più spostando a Milano e la collaborazione con l’Università di Trento è destinata a finire».

Annuncio che ha colto di sorpresa l’assessore all’università e ricerca, Sara Ferrari. «Non ero al corrente della fine del rapporto con l’Università - confessa l’assessore - visto che la Provincia aveva già concluso la collaborazione con Savona. Preciso però che il rapporto sulla sicurezza che ogni anno Transcrime presenta in collaborazione con Giurisprudenza, le forze dell’ordine e gli enti locali continuerà, perché è realizzato da “Icrime”, spin off di Transcrime. Il centro di ricerca era già stato spostato, quindi di fatto l’attività in Trentino era già diminuita in modo consistente. L’Università di Trento, da parte sua, ha investito su altri progetti, come la Cyber Security, ovvero la sicurezza informatica, finanziata anche dalla Provincia».

Chiediamo all’assessore Ferari se questa dipartita di Trascrime non impoverisce un aspetto importante della ricerca in Trentino, in un momento di ridefinizione anche di Trento Rise, il consorzio di ricerca travolto dalle inchieste sulle consulenze alla Deloitte. «Non direi - risponde l’assessore - perché stiamo lavorando alla costituzione del nuovo hub, che comprenderà com’è noto oltre all’Università e all’Fbk, anche la Fondazione Mach e Trentino Sviluppo.

Dopo l’approvazione del progetto nei singoli enti, ci sarà la costituzione del nuovo soggetto giuridico presso il notaio. Trento Rise sopravvive però fino a quando non si esauriscono i progetti europei a cui sta lavorando. Nel frattempo i due commissari liquidatori stanno valutando quali saranno le aree di ricerca che da Trento Rise si sposteranno all’hub. L’obiettivo di quest’ultimo è far incontrare ricerca e imprese, per questo alcuni settori saranno abbandonati, come la didattica. È chiaro che non tutto il personale troverà posto nell’hub, perché alcune aree di ricerca non ci saranno più. Qualcun altro verrà assunto ex novo, perché alcune competenze che non c’erano, si dovranno trovare. Molti ricercatori se ne sono andati, ad altri non è stato rinnovato il contratto, passando da un centinaio a una quarantina». (sa.m.)













Scuola & Ricerca

In primo piano