Tra i libri usati spunta una pistola

L’ha trovata un ragazzino in una cassa di vecchie riviste a Rovereto, il dottor Gottardi l’ha consegnata ai carabinieri


di Giuliano Lott


ROVERETO. «Signore, quanto costa la pistola?» Il dottor Giuseppe Gottardi, che da anni raccoglie vecchi libri e riviste per il mercatino di Santa Caterina, è rimasto interdetto. «Quale pistola?» «Questa qui. E’ un po’ pesante, però». Il ragazzino mostra l’arma, è in metallo anzichè in plastica come i giocattoli. L’ha trovata in una cassa stipata di vecchie copie de L’Espresso, riviste degli anni Cinquanta e Sessanta che qualche anonimo benefattore ha regalato alla parrocchia per il mercatino che sabato e ieri si teneva nel chiostro dei padri cappuccini.

Gottardi non ci mette molto a capire che si tratta di un’arma vera. La prende dalle mani dell’attonito ragazzino, che rimane deluso perchè già se la sentiva sua, e la porta alla stazione dei carabinieri, a pochi passi di distanza.

I militari confermano la prima impressione del medico, è una pistola vera, scarica ma ancora in grado di sparare. L’arma viene sequestrata e al dottor Gottardi i militari rilasciano un verbale di ricevuta, con la spiegazione sommaria del ritrovamento.

Come ci sia finita quella pistola, in quell’anonima cassetta di legno, è un piccolo mistero, ma dietro alla vicenda, con tutta probabilità, non ci sono trame rosse, né nere, e nemmeno i servizi segreti o il Kgb.

Innanzitutto l’arma: è una pistola calibro 6,35, costruita dalla ditta Pedro Unceta (la fabbrica oggi si chiama Astra) di Guernica, in Spagna. Un’arma piuttosto vecchia, che dovrebbe risalire al periodo tra le due guerre. Anche il calibro è desueto.

Poi, il luogo del ritrovamento: una cassetta di legno che ha tutta l’aria di essere stata riempita di riviste e mai più manomessa. L’arma si trovava nello spazio libero tra la parete interna della scatola e il bordo delle riviste. Nascosta, dunque, in modo da rimanere fuori dalla vista.

L’ipotesi più verosimile è che quella cassetta, assieme ad altre arrivate in parrocchia, fosse conservata in qualche cantina o soffitta. E’ probabile che sia appartenuta a qualcuno che aveva il porto d’armi, come una guardia giurata o un militare. La matricola non è abrasa, ciò abbassa la probabilità che si tratti di un’arma “sporca”. E’ altrettanto verosimile che chi ha portato quelle cassette al mercatino dei libri di Santa Caterina non sapesse nemmeno che dentro c’era nascosta una pistola, che può essere appartenuta a un parente, o a un conoscente, che magari era convinto di disfarsi solo di un inutile ingombro di carta, liberando spazio prezioso. Intanto l’arma è in caserma, i carabinieri potrebbero presto risalire all’antico proprietario.

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