LE STRADE DELLE DOLOMITI

Tozzi: "Ticket e numero chiuso come a Pianosa"

La proposta del geologo per tutelare il patrimonio naturale: "Bisogna preservare il delicato equilibrio ambientale"


Antonella Mattioli


BOLZANO. «Mi dica c'è una petizione per difendere i passi dolomitici dall'assalto di auto, moto, pullman e camper? Perché se c'è, la firmo immediatamente». Mario Tozzi, geologo, divulgatore scientifico, noto al grande pubblico in quanto autore e personaggio televisivo, conosce perfettamente la realtà del Trentino-Alto Adige, anche perché al territorio, alla sua storia, alle sue problematicità ha dedicato più puntate dei suoi programmi televisivi. Inoltre, dal 2006 al 2011, ha presieduto l'Ente parco nazionale arcipelago Toscano, mentre dal 2013 è commissario del parco dell'Appia Antica. Non c'è ancora una petizione, ma c'è la volontà di spingere le amministrazioni - Bolzano, Trento e Belluno - a fare qualcosa per tutelare un patrimonio naturale unico e proprio per questo dichiarato Patrimonio naturale dell'Unesco. L'obiettivo della campagna avviata da Alto Adige e Trentino è proprio quello di portare l'attenzione su un tema delicato, perché tocca più interessi, nella speranza che tutto non si esaurisca, come capita spesso, con la fine estate. Quando sui passi torna la tranquillità e si può andare in bicicletta senza timore di essere asfissiati da colonne di auto, moto, camper e pullman o, peggio ancora, falciati; si può tornare a scalare o camminare senza essere accompagnati, anche sulle cime più alte, dal rombo delle moto che sfrecciano sui tornati.

Lei cosa farebbe: chiuderebbe, magari anche solo in certe fasce orarie, i passi al traffico motorizzato? 

«Le chiusure sono sempre una brutta cosa da digerire».

E quindi?

«Io adotterei sui passi le misure che avevo introdotto a suo tempo nel Parco nazionale arcipelago Toscano».

Di che misure si tratta?

«Ticket e numero chiuso».

Mi faccia un esempio?

«All'Isola di Pianosa sono ammessi soltanto 250 ingressi al giorno e c'è un ticket di 6 euro. Pure all'Isola di Montecristo, riserva naturale statale che è anche una riserva della biosfera, c'è il numero chiuso: mille ingressi all'anno, non uno di più. Ma c'è dell'altro».

Ovvero?

«All'isola di Pianosa, per fare un esempio, uno non può arrivarci con la propria barca, perché altrimenti sarebbe il caos totale e a farne le spese sarebbe un ambiente unico e proprio per questo caratterizzato da un'equilibrio molto delicato».

Bisogna andarci quindi con delle barche grandi dove possono salire più persone.

«Appunto. Ci sono delle mini-crociere».

E quando sono state introdotte queste limitazioni, non ci sono state lamentele?

«No».

Secondo lei, vista l'esperienza positiva fatta nel Parco nazionale arcipelago Toscano, potrebbe funzionare anche sui passi?

«Non c'è dubbio».

L'introduzione del ticket però penalizza quelli che non se lo possono permettere.

«Ovviamente i ticket saranno contenuti e si potranno prevedere delle esenzioni, però mi creda non ci sono tante altre alternative. Del resto, nei musei si paga sì o no? Non mi risulta che la gente si lamenti».

Ma le montagne non sono musei.

«Sbagliato. La natura è come un museo ed è giusto che si paghi per vederla. Ha un valore unico che come tale va rispettato e preservato. Anche perché le montagne non sono cose nostre. Noi dobbiamo preoccuparci di preservarle perché le generazioni che verranno, ne possano godere. Del resto - questo lo sanno tutti - quando per fare o per vedere qualcosa, devi pagare un ticket, quel qualcosa acquisisce immediatamente valore».













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