Toninelli all’A22 «Pedaggi più bassi e meno dividendi»

Trento. «Non è vero che il mio ministero vuole mettere le mani sulla concessione della A22 né si vogliono colpire i territori o addirittura, come qualcuno paventa oggi strumentalmente sui giornali,...



Trento. «Non è vero che il mio ministero vuole mettere le mani sulla concessione della A22 né si vogliono colpire i territori o addirittura, come qualcuno paventa oggi strumentalmente sui giornali, si punta a ridurre la manutenzione o a favorire licenziamenti. Tutt'altro. Si chiede la giusta efficienza, tariffe più basse e un po' meno dividendi nelle casse dei soci». Il ministro dei trasporti Danilo Toninelli non molla la presa, il braccio di ferro con Autobrennero sul rinnovo della concessione va avanti.

«Roma ignora che il traffico è in calo, il nostro è già il pedaggio più basso d’Italia. Ridurre le tariffe vorrebbe dire mettere a rischio gli investimenti futuri», ha ricordato il presidente di A22 Luigi Olivieri (Trentino di ieri, ndr). La risposta del ministro è arrivata ieri con un lungo post su Facebook, dove a sostegno delle proprie posizioni Toninelli ha portato due documenti, uno dell’Autorità di regolazione trasporti (Art), l’altro della Commissione europea, entrambi pubblicati sul profilo del ministro.

Scrive il ministro: «Lo dice chiaramente la nota dell’Art, che è del tutto indipendente dal Mit: nel Piano finanziario della concessione A22 sono stati inseriti impegni finanziari (gli 800 milioni di opere sul territorio, ndr) che nulla hanno a che fare con la gestione dell’autostrada. In più le nuove stime di traffico del concessionario, secondo cui nei prossimi anni ci sarà una forte riduzione dei mezzi in transito e che dunque giustificherebbero un aumento delle tariffe, smentiscono l’analisi trasportistica "validata dal committente appena quattro mesi fa"». E poi c’è la questione della governance. «Come potete leggere, è la Commissione Ue, non il Mit, a delinearne il meccanismo, condizione necessaria per arrivare a un affidamento a un soggetto in house totalmente pubblico», evidenzia Toninelli. In questa partita a scacchi c’è anche la questione del recupero di produttività da efficientamento. Dice, ad esempio Arno Kompatscher: «Il fatto è che vogliono applicare un “tasso di efficientamento” (obbligo di risparmio) del 3,91 % su una spesa che per oltre 80% è per il personale e la manutenzione. Vogliamo risparmiare sulla manutenzione, rischiando il crollo di ponti? Non credo. Allora sarebbe quasi tutto sul costo del personale. Assurdo, non può funzionare». Kompatscher sarà mercoledì prossimo alla pre-seduta del Cipe.













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