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«Telefonini in classe? Li ritiro tre giorni»

La coordinatrice dei presidi Alessandra Pasini affronta il problema dei cellulari: c’è bisogno di direttive comuni


di Giulia Castelli


TRENTO. Questa settimana i ragazzi trentini sono tornati sui banchi di scuola. L'inizio di questo nuovo anno scolastico riporta in primo piano una serie di interrogativi, ancora irrisolti. Uno di questi, quasi paradossalmente per la scuola del ventunesimo secolo, quella tecnologica delle lavagne elettroniche e degli iPad al posto dei quaderni, riguarda l'uso dei cellulari a scuola. E' questa una delle sfide forse più complesse che si trova ad affrontare la scuola oggi: come rapportarsi con questo strumento, ormai in dotazione a quasi tutti i ragazzi fin dalle medie. Gli stessi professori non sanno quali provvedimenti adottare, non avendo direttive precise in materia.

Alessandra Pasini, preside dell'Istituto tecnico Antonio Pilati di Cles e presidente del coordinamento presidi trentini, è chiara a riguardo: l'utilizzo scorretto dei telefoni è solo “la punta dell'icerberg”, sotto vi è un problema più grosso, che coinvolge non solo la scuola trentina, ma più in generale quella italiana.

Preside Pasini c'è un impostazione comune a tutte le scuole trentine sul tema? Ci sono direttive da seguire o la scelta è lasciata all'arbitrio dei singoli istituti?

No, non c'è un'impostazione comune. Ogni istituto inserisce nel proprio regolamento le eventuali sanzioni e l'approccio scelto dalla scuola nel caso in cui venga trovato uno studente in flagrante. Sarebbe importante, a mio avviso, adottare delle linee comuni così da poter dare una risposta più corposa ad un fenomeno che non è mai stato affrontato in modo unitario, ma sempre caso per caso, con sanzioni spesso inutili dal punto di vista educativo.

Nella sua scuola come avete deciso di affrontare il problema?

Abbiamo valutato sia i profili positivi che quelli negativi del fenomeno. Non si può negare che l'uso degli smartphone sia, potenzialmente, una grande risorsa per i ragazzi, per apprendere e comunicare meglio col mondo. Tenendo conto di questo profilo, abbiamo previsto nel nostro regolamento due possibili soluzioni: l'uso durante la lezione è lecito quando è utile ai fini didattici e col consenso del professore. Negli altri casi, l’utilizzo viene sanzionato col ritiro e la custodia del dispositivo nel mio ufficio per 3 giorni.

Come hanno reagito i genitori? Ci sono state proteste in caso di applicazione della sanzione da parte della scuola?

Alcuni hanno chiamato per protestare, ma si sono limitati a questo. In soli due casi mi è capitato di ricevere la visita di genitori che chiedevano di riavere il cellulare dei propri figli.Paradossalmente, ci sono state anche diverse chiamate di approvazione, e alcune in cui addirittura mi si chiedeva di tenere il telefono dei figli anche per un mese, se possibile. In generale, rilevo un grande senso di impotenza. Anche i genitori non sanno bene come affrontare il problema.













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