Tagli in Provincia: 522 dipendenti cambiano ufficio

Il piano illustrato ieri ai sindacati: 81 finiranno alle Comunità, ma 320 non hanno ancora una destinazione



TRENTO. Su 4.400 dipendenti provinciali, sono 522 - secondo i dati presentati ieri ai sindacati dall’assessore Mauro Gilmozzi e dal direttore generale Ivano Dalmonego - quelli che possono essere ricollocati in altri dipartimenti, servizi e uffici di Piazza Dante piuttosto che di enti e Comunità di valle, per consentire un risparmio e un migliore impiego delle risorse umane. Si tratta di personale che Di questi 522, 81 finiranno alle Comunità di valle insieme ai Centri per l’impiego, mentre per circa 320 dipendenti non è ancora chiara la ricollocazione.

Su un risparmio di 53 milioni di euro previsto per il 2013, 16 milioni e 300 mila euro arriveranno dal personale, ha spiegato l’assessore. Si tratta della seconda voce di risparmio più consistente. Da dove arriveranno esattamente questi risparmi?, è la domanda che ieri i sindacati sono tornati a rivolgere ai vertici provinciali. Innanzitutto – è stata la risposta - dal blocco del turn over: su 430 dipendenti che andranno in pensione da qui al 2017, due su tre (circa 320) non saranno sostituiti. Inoltre si useranno le forbici su straordinari e trasferte.

Cgil, Cisl e Uil hanno lamentato una mancanza di confronto da parte della Provincia e hanno chiesto di incontrare i dirigenti dei vari dipartimenti per capire meglio gli eventuali spostamenti di personale. «Siamo alle solite - commenta Giampaolo Mastrogiuseppe (Funzione pubblica Cgil) - ancora una volta ci mettono di fronte al fatto compiuto, ci sono 16 milioni di euro da risparmiare sul personale e questo viene considerato un dato su cui non ci sono margini di discussione. Manca un confronto vero di sistema, anche perché ci si dice che i risparmi arriveranno dalle voci delle missioni, degli straordinari e delle sostituzioni, ma in alcune realtà della pubblica amministrazione, penso in particolare ad alcuni Comuni, si lavora già allo stremo. Le sostituzioni non ci sono più e non da oggi, e il maggior carico di lavoro ricade su quelli che restano».

Relazionando la scorsa settimana in giunta sul piano di miglioramento della pubblica amministrazione, l’assessore Gilmozzi era partito da ciò che è già stato realizzato fino a oggi. I dipendenti provinciali (dal comparto amministrativo alla scuola, dai Comuni alla sanità) si attestano oggi a quota 4.400, con una flessione dell'1% che è avvenuta sia riducendo nel contempo gli incarichi di collaborazione - scesi dai 259 del 2008 ai 33 del luglio 2013 - sia assorbendo i "tempi determinati", che nello stesso periodo sono passati da 141 a 32 (con un calo del 72%). Ciò fa sì che nel 2013 sia questa la seconda voce di risparmio più consistente, con 16 milioni e 334 mila euro, dietro l’acquisto di beni e servizi.

Il percorso di riorganizzazione (deliberato il 31 marzo del 2012) ha già portato a un dimezzamento delle strutture di primo livello, scese da 25 a 12. In passato esistevano una segreteria generale, un'avvocatura, 15 dipartimenti, 5 agenzie e 3 incarichi dirigenziali; ora ci sono una direzione generale, l'avvocatura e 10 dipartimenti. Quanto al secondo e terzo livello, la riduzione è stata dell'8%, con un passaggio da 290 a 266: nel dettaglio, i servizi sono oggi 56 (ieri 60), le agenzie 12 (prima 14) e gli uffici 198 (in passato 216).

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