Subaru Italia più «mite» congelati i trasferimenti

La multinazionale sospende la decisione di lasciare Ala e apre le trattative Risultato pieno per la Fiom-Cgil. Michele Guarda: ora vogliamo risposte serie


di Nicola Filippi


ROVERETO. Il trasferimento dei 43 lavoratori dello stabilimento Subaru Italia spa di Ala è stato congelato. Non è una vittoria, ma poco lontano per la Fiom-Cgil e l’assessorato provinciale all’industria. Alle sette e mezza di ieri sera, la buona notizia - anche se i lavoratori in presidio restano ancora scettici, davanti a Palazzo Stella - dove allo stesso tavolo sedevano il presidente di Subaru Italia, Toshiki Kageyama, il direttore del personale Giorgio Vicenzi, l’avvocato Venerando della Delloite, il coordinatore sindacale di Confindustria Marsonet, il sindacalista della Fiom Cgil Michele Guarda e i delegati della rappresentanza interna, Isabella Franzolini e Maurizio Dalfini. Doveva essere un incontro chiarificatore e così è stato. Risultato pieno per il sindacato e per l’assessore all’industria, Alessandro Olivi, che fin dal primo momento si era speso assieme alla Fiom Cgil per chiedere ai vertici di Subaru Italia un congelamento delle decisioni e l’apertura di un tavolo di trattative. La Fiom resta ancora con la bocca asciutta, rispetto ad una domanda: i motivi reali della decisione del trasferimento degli impiegati da Ala a Milano. Michele Guarda, stremato dopo l’incontro, è lapidario: «Le motivazioni addotte da Subaru Italia rispetto alla decisione di trasferirsi a Milano sono deboli e inconsistenti. Devono tornare sulla loro decisione».

Isabella Franzolini, come gli altri colleghi di lavoro, plaude al risultato positivo: «Per noi era importante congelare le operazioni di trasloco e ottenere l’apertura di un tavolo delle trattative con il sindacato. Ma Subaru non ci ha spiegato perché se ne vogliono andare via dal Trentino. Il nostro sforzo, con le nostre azioni di lotta, e quello della Provincia, sarà tutto incentrato su un obiettivo: spiegare che in questa terra c’è un habitat adatto ad accogliere aziende come Subaru».

La notizia, battuta quasi in tempo reale, sul nostro sito internet e sulla nostra pagina Facebook, ha ottenuto subito apprezzamenti. Ma lo sforzo maggiore per ottenere un risultato simile lo si deve alla «baraonda», anche mediatica, sollevata dagli impiegati della Subaru di Ala e dalla Fiom Cgil, fino al Salone Internazionale dell’Automobile a Ginevra.

Dal tavolo di Confindustria, il sindacato esce con due risultati. Il primo: una dichiarazione ufficiale dell’azienda che lo spostamento degli uffici da Ala a Milano non è irrevocabile e la disponibilità da parte di Subaru a ritornare sui propri passi. La seconda, forse la più importante e delicata, l’apertura di un tavolo di trattative con il sindacato.

Come “moneta di scambio” il colosso automobilistico di Tokyo ha ottenuto la sospensione di tutte le azioni di lotta degli impiegati. I quali, lunedì mattina, si ritroveranno in assemblea, per conoscere ulteriori dettagli dell’esito della riunione a Confindustria.

I lavoratori, in presidio anche sotto la sede di Confindustria, hanno accolto positivamente la notizia, ma resta comunque ancora alto lo scetticismo: «Vogliamo conoscere le ragioni vere e solide delle ragioni del trasferimento a Milano», dicevano.

La prossima settimana, il presidente Kageyama volerà a Tokyo per incontrare i vertici mondiali della multinazionale. Al suo ritorno, il sindacato chiederà un incontro. E solo allora, si aprirà il tavolo della trattativa. Il percorso, insomma, è ancora lungo e tortuoso. Ma se il buongiorno si vede dal mattino...

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