ordine pubblico

Stop al degrado, stazione chiusa di notte

La decisione di Centostazioni dopo l'aumento dei senzatetto che trascorrevano la notte nell'atrio dell'edificio


di Andrea Selva


TRENTO. Contro i senzatetto e - più in generale - contro il degrado della stazione ferroviaria di Trento, Centostazioni ha scelto una soluzione drastica: si chiude. Almeno la notte, fra le 24 e le 4 e 30 del mattino, quando non ci sono treni in transito e la stazione ferroviaria si trasforma in un dormitorio, con il grande atrio (asciutto e caldo) scelto da un numero crescente di persone, soprattutto con l’arrivo del freddo, per trascorrere la notte.

Ora non più. Lunedì scorso infatti, in coincidenza con l’arrivo della stagione più rigida, è entrato in vigore il nuovo orario che prevede la chiusura serale. Una decisione che è stata presa anche in considerazione del fatto che la Polfer non riesce più a garantire - per motivi di organico - il presidio notturno: è possibile lasciare una stazione incustodita? La decisione è stata «no», motivata anche con il percorso di recupero della stazione alla città che comprende un progetto di restyling dell’edificio (costo stimato 4 milioni di euro) con l’ipotesi (fondi permettendo) di installare anche varchi elettronici agli accessi in modo da tenere sotto controllo le presenze. Intanto, nell’ambito di questo percorso, i bagni della stazione sono diventati a pagamento (1 euro, ma la situazione igienica è radicalmente migliorata) e dovrebbe essere prossima la riapertura del deposito bagagli, chiesto da anni dai visitatori della città di Trento, increduli per l’assenza di questo servizio.

La chiusura notturna - che è già una realtà in altre città come Brescia, Ferrara e anche la vicina Feltre - trova pareri favorevoli da parte di chi frequenta la stazione e soprattutto da parte di chi ci lavora: «Si tratta di un edificio destinato ai viaggiatori e non ai senza tetto, che hanno la possibilità di chiedere ospitalità in altre strutture presenti in città».

C’erano una ventina di persone (in media) che trascorrevano la notte in stazione. Si tratta in alcuni casi di persone sulla strada da anni e che si sono spostate in stazione dopo che l’ex centro sociale Bruno è stato trasformato in un parcheggio. Prima della chiusura queste persone sono state informate della presenza a Trento dello sportello dell’accoglienza (in via Endrici 27) dove chiedere un alloggio per la notte.

Uno sportello dove ieri pomeriggio alle 16 c’era un gran lavoro per l’affidamento dei posti letto disponibili in città. Una situazione che rischia di diventare impegnativa con l’abbassamento delle temperature, ma l’assessore alle politiche sociali, Luca Zeni, in risposta a un’interrogazione sull’«emergenza» dei senza tetto garantisce che è tutto sotto controllo: «Dai dati forniti dallo sportello unico per l’accoglienza delle persone senza dimora in data 2 novembre risultano in attesa di un posto letto 23 uomini e 11 donne su poco più di 100 posti letto messi a disposizione che aumenteranno a 202 con l’attivazione del “piano freddo” nel corso del mese di novembre». Un piano - ha ricordato Zeni - che integra i posti gestiti dal terzo settore ai quali affianca circa 50 posti letto gestiti da organizzazioni di volontariato».













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