Trento

Stalking, la figlia denuncia i genitori

Caso più unico che raro in tribunale: «Offendevano me e la mia famiglia. Sedici anni di vita infernale»


di Giulia Castelli


TRENTO. Di frequente, purtroppo, si verificano casi di stalking, soprattutto tra ex coniugi. Questa volta, però, gli atti persecutori non sono stati commessi dal coniuge, o dall'ex partner, ma dai genitori nei confronti della propria figlia e della sua famiglia.

È un caso quasi unico quello portato davanti al giudice del Tribunale di Trento ieri: la denuncia, infatti, è stata fatta dalla figlia di una coppia di anziani nei confronti dei suoi stessi genitori.

Tutti residenti in Val di Fiemme, le parti vivono nello stesso edificio. Lo stalking, perpetrato dai genitori, secondo la denuncia continuava ormai 16 anni, logorando sia la figlia che la sua famiglia. L’angoscia della donna era divenuta ormai insostenibile portandola, nel 2014 a presentarsi dai carabinieri. L'articolo 612 bis, prevede che, per il configurarsi della fattispecie, vi debba essere, oltre ad una serie di atti reiterati, anche un perdurante e grave stato di ansia o di paura nella vittima o un fondato timore per l’incolumità propria, di un prossimo congiunto o di persona legata alla vittima da una relazione affettiva.

Tutti elementi che emergono dalle dichiarazioni della querelante che racconta di minacce e offese costanti da parte dei genitori della donna, anche verso le figlie piccole della donna. I fatti contestati, però, si riferiscono solo agli atti persecutori, compiuti dai genitori, dal 2014 ad oggi.

Le vittime del reato si sono costituite anche parte civile all’interno del medesimo procedimento. Le minacce e le urla erano le più varie, tali da creare nella figlia della coppia di anziani e nella sua famiglia grande insicurezza e angoscia.Il Gip, basandosi su quanto emerso in udienza, ha previsto il rinvio a giudizio, ritenendo quindi fondata la notizia di reato contenuta nella denuncia, pervenuta alla Procura della Repubblica di Trento.

La figlia della coppia di anziani racconta di frequenti tentativi di turbare la sua vita quotidiana, e quella della propria famiglia: ad esempio con schiamazzi nelle uniche fasce orarie in cui il marito della figlia poteva riposare, o con altri rumori molesti nelle altre ore del giorno. Si fa poi riferimento spesso agli appellativi , rivolti dagli imputati alla figlia, quasi sempre oltraggiosi, a tratti osceni. La coppia di anziani si rivolgeva anche alle nipoti, istigandole contro la madre con frasi spesso scioccanti, arrivando persino a chiedersi davanti alle piccole perché non avessero soppresso la madre da piccola.













Scuola & Ricerca

In primo piano