Sms hot alla collega, licenziato

L’autista ne ha spediti alcuni dal contenuto pesante. Ora la vicenda è in tribunale



TRENTO. Prima le mail da mittente sconosciuto e dal contenuto pesante. Brutte frasi archiviate e ignorate grazie al filtro per lo spam. Poi sono arrivati gli sms. Anche a pochi minuti l’uno dall’altro. E sempre dal contenuto fortemente hard ed imbarazzante. Un mini bombardamento con sette messaggi nel giro di tre ore.

Un corteggiamento poco gradito che è arrivato a diventare molestia e che è sfociato in un procedimento penale e in un licenziamento. Sì perché sia l’autore degli sms e la destinataria erano dipendenti della stessa ditta di autotrasporti, ditta che, saputo quanto successo, ha licenziato l’uomo. E ieri davanti al giudice Flaim si sono trovate le parti con l’avvocato Piccoli per l’azienda e l’avvocato Foppiani per il dipendente. Una causa davanti al giudice del lavoro perché lui ha impugnato il licenziamento non trovandolo giusto. Il giudice non ha ritenuto di dover sentire i testi e quindi la sua decisione si dovrebbe concretizzare in breve tempo.

Per raccontare la vicenda è necessario fare un salto indietro di circa un anno. Era l’autunno del 2011 quando sulla casella postale della donna (che lavora come impiegata per la ditta) arriva una prima mail. L’indirizzo è sconosciuto ed è difficile individuare a chi fa riferimento. Il testo è pesante e a sfondo sessuale. Ne arrivano altre. Da parte della donna inizia il disagio ma si interviene indicando il mittente come posta indesiderata e finisce così nello spam. Le mail in questo modo spariscono dalla vista della donna. Ma poi inizia il mini bombardamento di sms. Alcuni si seguono a distanza di pochi minuti e nel giro di tre ore ne arrivano sette. E il contenuto è sempre «hot». Sono espliciti, sono pesanti e non sono firmati. Il numero dal quale arrivano è sconosciuto ma dopo alcune verifiche la donna riesce a capire di chi si tratta. Lui è un autista che lavora nella stessa ditta e che ha qualche anno meno di lei e viene convocato dai vertici dell’azienda. Ai vertici si era rivolta anche la donna spiegando come quella situazione fosse per lei insostenibile e chiedendo quindi una forma di protezione da queste molestie a sfondo sessuale. E viene quindi deciso il licenziamento dell’autista (sul lavoro del quale nessuno aveva mai avuto nulla da ridire). Parte anche un procedimento penale per molestie che si conclude con un’oblazione e una richiesta di archiviazione contro la quale viene presentato un ricorso in Cassazione che è ancora pendente.

L’uomo però non ha accettato di buon grado il licenziamento spiegando che i suoi sms erano di risposta a quelli che erano stati spediti al suo numero in una sorta di gioco. Sms che però nemmeno per il procedimento penale sono stati portati come prova a discapito. Dunque il licenziamento viene impugnato e si arriva all’udienza di ieri mattina davanti al giudice Flaim. Giudice che ha deciso di poter giudicare in base agli atti che sono stati depositati senza aver quindi bisogno di integrare. A questo punto non resta altro da fare che attendere la sentenza.

©RIPRODUZIONE RISERVATA













Scuola & Ricerca

In primo piano

Il caso

Chico Forti lascia il carcere a Miami, rientro in Italia più vicino: "Per me comincia la rinascita"

Da ieri il 65enne trentino, condannato all’ergastolo per omicidio, è trattenuto dall'Immigrazione Usa: nelle scorse ore firmato l’accordo per scontare la pena in Italia. Lo zio Gianni: "Speriamo in tempi brevi"

LA PROCEDURA. La sentenza Usa sarà trasmessa alla Corte d'Appello di Trento
IL RIMPATRIO. Il ministro Nordio: «Chico Forti, lavoriamo per il suo ritorno in Italia il prima possibile»
IL PRECEDENTE Nordio: "Gli Usa non dimenticano il caso Baraldini"
COMPLEANNO Chico Forti, 64 anni festeggiati in carcere: "Grazie a chi mi è vicino" 
IL FRATELLO DELLA VITTIMA Bradley Pike: "E' innocente"

CASO IN TV La storia di Chico in onda negli Usa sulla Cbs