Smog, un inverno da allarme rosso

Polveri, da 3 anni mai così tanti sforamenti. Finiti i divieti: 33 multe in 5 mesi


Chiara Bert


TRENTO. Dopo due annate di relativa quiete, riesplode l'allarme polveri sottili. Da gennaio già 30 sforamenti a Borgo, 28 a Trento e 27 a Riva del Garda, su un limite annuale di 35. Febbraio mese nero, con un indice di inquinamento doppio rispetto al limite. Rispetto al passato si tratta però di sforamenti più bassi. E in 5 mesi di divieti anti-smog, sono state 33 le multe a Trento (da 155 euro l'una). Non tante, ma sempre più che a Rovereto, dove il piano anti-inquinamento si è chiuso con un bilancio di zero sanzioni. «Il numero riflette il fatto che negli ultimi anni il parco auto è stato ampiamente rinnovato e che sono state concesse anche delle deroghe ad hoc, come quella per gli artigiani», spiega l'assessore alla mobilità del capoluogo Michelangelo Marchesi, «questa è la prova, semmai ce ne fosse bisogno, che su questo fronte non ci sono vessazioni nei confronti degli automobilisti». A Trento i divieti sono entrati in vigore il 2 novembre 2011 e si sono conclusi il 31 marzo: fermi (per 6 ore al giorno, dalle 7 alle 10 e dalle 16 alle 19) i veicoli euro 0 e i diesel euro 1 e euro 2, oltre ai ciclomotori e motocicli a due tempi euro 1. Con la fine dell'ordinanza, è tempo di bilanci. Anche perché dopo anni in cui il livello di inquinamento aveva catalizzato l'attenzione di mass media ed esperti, con vere e proprie guerre tra amministratori sui provvedimenti da adottare, tra targhe alterne e blocchi dei mezzi più inquinanti, negli ultimi due inverni le misure anti-smog sono passate decisamente in sordina, senza particolari strascichi polemici. Ma l'ultima stagione è stata tutt'altro che rassicurante per la qualità dell'aria che si è respirata in Trentino. La situazione è fortunatamente tornata sotto controllo con il mese di aprile. Ma fino a marzo è stato allarme rosso per le polveri sottili, con un febbraio da record dopo un gennaio già pessimo. L'inverno - va detto - è stato sfortunatissimo dal punto di vista meteorologico: niente pioggia e niente neve, inversione termica, alto ristagno delle polveri. L'aria ha patito oltremodo la scarsità di precipitazioni, le sole in grado di lavarla dalle polveri sottili che ad inizio d'anno fanno registrare tradizionalmente le punte più alte. L'indice dell'inquinamento a febbraio, secondo le registrazioni effettuate dall'Agenzia per l'ambiente grazie alle centraline sparse sul territorio, è schizzato alle stelle (+95% rispetto a gennaio). Ma come al solito sono le polveri sottili a preoccupare: la centralina di via Bolzano il numero maggiore di sforamenti con una punta oltre i 140 microgrammi per metrocubo (100 microgrammi è la soglia oltre la quale l'aria è definita pessima) registrata il 19 febbraio, lo stesso giorno in cui Borgo Valsugana ha toccato i 184 microgrammi. Graziata solo Rovereto, che nei primi tre mesi dell'anno si è fermata a 9 sforamenti. Era dal 2008 che non si raggiungevano questi picchi. «Pur in una stagione problematica - ammette l'assessore Marchesi - rispetto al passato gli sforamenti raggiungono valori mediamente più bassi, e questo è il frutto anche di una serie di azioni messe in campo negli ultimi anni, dai blocchi dei mezzi più inquinanti alla manutenzione degli impianti di riscaldamento». Ora si tratta di pensare al prossimo inverno. Difficile che si vada verso un'estensione dei divieti ad altre classi di veicoli. «Bloccando i diesel euro 2 abbiamo già fermato il grosso dei mezzi inquinanti», spiega Marchesi. Che rilancia invece una ormai vecchia battaglia del Comune di Trento nei confronti della Provincia, fatta propria anche dal Consorzio dei Comuni: abbassare il limite di velocità nel tratto cittadino dell'Autobrennero, almeno a 110 chilometri orari, meglio ancora a 90. Un terzo delle polveri fini prodotte dal traffico in Trentino arriva infatti dall'autostrada.

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