Trento

Sgominata la banda dei furti in appartamento

Operazione dei carabinieri: 10 arresti, 7 localizzati in Albania e 3 ricercati. Recuperata refurtiva per oltre 200 mila euro



TRENTO. Smantellato dai carabinieri di Trento un'associazione criminale che metteva a segno furti in appartamento in Trentino e  in tutto il Nord Italia.

Il sodalizio criminale, organizzato in due gruppi, si era effettivamente spartito il Trentino, oltre che diverse altre zone del nord Italia per compiere razzie in appartamenti. Sotto il coordinamento del Reparto Operativo del Provinciale Carabinieri di Trento,  si è conclusa la maxi-operazione “Selfie” con l’esecuzione dell’ordinanza siglata dal gip. Forlenza per la reclusione in carcere di 20 cittadini albanesi (quasi tutti sotto i trent’anni di età) indagati per associazione a delinquere finalizzata al compimento di furti in abitazioni private.

Sono questi i responsabili dei gravi raid che alla fine 2015 e ad inizio anno avevano creato tensioni e preoccupazioni tra gli abitanti della città del Trentino, colpiti in maniera pressante da “visite” sgradite nei propri appartamenti. Da questi specifici episodi e da analoghi episodi accaduti in Trento e poi Val di Fiemme, ma pure a Riva del Garda e nelle valli Giudicarie, sono iniziate le indagini. In una fase successiva si è unita la Compagnia di Cles, appurato con estrema attenzione che diversi casi di furti, accaduti a marzo 2016, erano riconducibili ai medesimi soggetti già indagati.

Due i soggetti che fungevano da promotori della banda, residenti in Trento e a Milano. Essi ricevevano la massiccia mole di gioielli, orologi preziosi e di quant’altro fosse trafugato nelle abitazioni svuotate e avevano cura di rivenderla ai migliori offerenti su canali illeciti che saranno al vaglio degli inquirenti nei prossimi mesi. L’indagine ha consentito agli investigatori di ricostruire la mappa dei furti compiuti dalla banda criminale: Manerba del Garda, Bagolino, Idro, Salò (per la provincia di Brescia nel periodo di Natale scorso); Casnigo, Albino, Ubiale Clanezzo, Azzano San Paolo, Stezzano, Almè, Fiorano al Serio, Lallio (per la provincia di Bergamo nei primi giorni di gennaio scorso); Sommacampagna, Villafranca (per la provincia di Verona a febbraio scorso), poi ancora la provincia di Verbania, Parma, Bolzano e Alessandria.

Almeno 114 sono i furti ricostruiti dai carabinieri di Trento a carico dei malviventi (di cui 66 in Trentino Alto Adige). Tutti con un comune denominatore: il posizionamento di mobilio di una certa consistenza (generalmente divani e poltrone) a bloccare - durante le razzie - le porte di accesso agli appartamenti per scongiurare eventuali ingressi “anticipati” dei proprietari. L’operazione Selfie  prende il nome proprio dal fatto che due giovani malviventi della banda si erano scattati alcune fotografie con un tablet trafugato da un’abitazione dopo un colpo. Anche tale disattenzione dei due (perché la foto è giunta inavvertitamente su una cartella privata dell’originario proprietario del tablet) ha consentito agli investigatori di avere certezza di alcune identità dei ladri e di ricostruirne le altre.

Molte le intercettazioni attivate e ascoltate dai carabinieri del Nucleo Investigativo di Trento e dai colleghi di Cavalese per diversi mesi: esse hanno consentito di risalire alla ricostruzione del complesso organigramma associativo del gruppo. Durante le perquisizioni da poco concluse sono stati sequestrati quasi 25 mila euro in contanti e svariate centinaia di monili, gioielli, preziosi, orologi sicuro provento dei furti in casa. Addirittura, in una perquisizione di un malvivente residente a Trento, è stata ritrovata e immediatamente posta sotto sequestro una pistola perfettamente funzionante (con due caricatori e 21 colpi efficienti) che era stata rubata la notte di Natale scorso a Riva del Garda. Il valore della refurtiva ammonta complessivamente ad oltre 200 mila euro.

Non sono stati registrati casi di violenza su persone in questa indagine, ma solo gravi effrazioni agli infissi per consentire ai rei di penetrare nelle abitazioni. Però la detenzione abusiva di un’arma (che obbligherà l’uomo albanese a rispondere innanzi alla legge anche del reato di porto abusivo d’arma ricettata) da parte di un componente della banda dei venti, non crea dubbi sulla potenziale pericolosità dei malviventi. 10 quindi i ladri assicurati a vari carceri del nord Italia. 7 i malviventi che sono risultati essere rientrati in Albania, per i quali saranno spiccati i mandati di arresto europeo, altri 3 sono ancora ricercati.













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