la maturità

«Serve dare più spazio a tutte le materie»

L’opinione sull’esame di Stato di Monica Ducati, docente di filosofia e storia al Liceo Da Vinci di Trento. «La terza prova è una in più, ma permetterebbe agli alunni di mostrare eccellenze personali su materie altrimenti ignorate»


Astrid Panizza Bertolini


TRENTO. Gli esami di maturità iniziati oggi sono un ritorno al passato e alla situazione pre-Covid. La professoressa Monica Ducati è docente di filosofia e storia al Liceo Da Vinci di Trento e ci spiega come vede l’esame di Stato tra pro e contro.

Dal punto di vista di voi insegnanti il ritorno alla situazione pre-Covid è positivo o gli esami in periodo emergenziale qualcosa di buono lo avevano?
Degli esami in epoca Covid, se devo essere sincera non salverei niente, sono stati organizzati come si poteva e ci siamo arrangiati. Adesso è giusto ritornare all’esame standard.

Da quando sono stati inseriti i Tolc per l’accesso all’università, l’ultimo anno di scuola è turbolento, secondo voi sarebbe comunque da mantenere questa modalità?
Il disagio c’è ed è palpabile. Assieme ad un gruppo di miei colleghi, infatti, abbiamo scritto una comunicazione all’università per far capire la situazione dato che noi la viviamo in prima persona, vedendo gli studenti in difficoltà. Devo ammettere che l’apertura da parte dell’Ateneo c’è stata, ha risposto prontamente ed un professore universitario ha dialogato con alcuni di noi, rendendosi conto del problema. Di fatto però, da qui a risolverlo e tornare alla formula precedente, questo credo sia impossibile.

Per quanto riguarda invece l’Esame di stato, è mutato negli anni, ma gli studenti soffrono una poca attualizzazione e personalizzazione su ognuno di loro. Voi cosa ne pensate? Va bene così o qualcosa si potrebbe cambiare?
Penso che alla fine i protagonisti della scuola siano gli studenti, io sono in costante colloquio con loro ed è la parte più bella del mio lavoro. Mi sembra che in questo caso abbiano ragione, quantomeno in parte. Per quanto la terza prova possa essere una prova in più, permetterebbe agli alunni di mostrare qualche eccellenza a loro congeniale su materie che altrimenti non vengono prese in considerazione. In questo senso io la riporterei in auge. Per quanto riguarda l’orale, invece, mi sembra che la normativa di quest’anno vada loro incontro, permettendo agli studenti di personalizzarlo durante l’esame, anche se non si prevede di creare materiali, come una volta succedeva con la “tesina”. Quella è stata una modalità che a lungo andare non ha trovato riscontri calorosi da parte di noi insegnanti, perché se è vero che molti ragazzi vogliono mettercela tutta, ci sono anche quelli che hanno poca voglia di impegnarsi, e con le nuove tecnologie sarebbero facilitati ad “imbrogliare”.

Cosa intende?
Penso all’Intelligenza Artificiale, che ha portato un dibattito accesissimo nelle scuole. Secondo me talvolta può servire, basta che non sia usata per fare i compiti. Lì il rischio è reale, perché i ragazzi sono intelligenti e sanno come si usano queste nuove tecnologie. Quindi creare una tesina con l’AI, se uno studente non volesse applicarsi, sarebbe facile e immediato.

Secondo lei cosa potrebbe essere migliorato rispetto all’esame di Stato che si vive oggi?
Oltre al ritorno della terza prova, secondo me andrebbe riformato l’esame orale. Attualmente, infatti, dura 60 minuti, in cui viene scelto un tema e il candidato ha spazio per discuterlo autonomamente, creando collegamenti. Poi c’è la correzione delle prove e una parte importante è dedicata al Pcto, ovvero l’ex “alternanza scuola lavoro” e all’educazione civica. È difficile quindi che in soli 60 minuti si riesca a parlare in maniera approfondita di tutto. Sarebbe forse auspicabile che venga dato più spazio anche alle altre materie per valorizzare i saperi studiati durante l’anno scolastico. Per quanto riguarda l’alternanza scuola lavoro, invece, si potrebbe magari pensare a una scheda scritta da consegnare.

La maturità è la prima prova vera che affrontano i giovani e porta con sé tanta ansia, come dovrebbero vivere questo momento secondo lei gli studenti?
È giusto che l’Esame sia visto come una prova di vita, ma è importante far capire ai ragazzi che è una sfida con se stessi, non con gli altri. Sarebbe bello poter far cadere quel carico simbolico di ansia e vedere il momento dell’esame in maniera più pragmatica. Il consiglio che dò sempre ai maturandi è quello di andare a fare una passeggiata la sera prima delle prove, perché il lavoro a quel punto è fatto, si rischia di arrivare all’esame stanchi e senza dormire la notte. Ragazzi, dico a voi, avete fatto il massimo, lasciate che le cose si mettano in ordine da sole, considerate questi giorni come una possibilità di mettervi in gioco e vedere quanto si vale. Ai miei alunni, poi, prima della fine dell’anno consiglio anche come presentarsi. Non servono cravatte e tacchi alti. Dovete essere naturali, siate voi stessi sempre.













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