«Sentenza vergognosa, andremo in Cassazione. E non mi dimetto»

Silvano Grisenti commenta a muso duro la decisione dei giudici di appello di Bolzano che l'hanno condannato a un anno di carcere


di Luca Petermaier


TRENTO. La reazione è quella dell’animale ferito che non si arrende. Orgoglioso, rabbioso, deluso ma determinato. Sembra quasi di ascoltare Silvio Berlusconi. Silvano come Silvio? Il paragone non fa piacere all’ex assessore, ma per alcuni aspetti ci sta. Entrambi gridano all’ingiustizia, entrambi parlano di sentenze «vergognose», entrambi - infine - puntano il dito contro la pericolosa complicità tra magistrati requirenti e giudicanti.

Ma tra i due, a ben vedere, una grossa (e fondamentale) differenza c’è: mentre Berlusconi ha sempre cercato di difendersi dal processo dichiarando di non avere fiducia nella giustizia italiana, a Silvano Grisenti bisogna dare atto di essersi sempre difeso nel processo e anche oggi - dopo la sentenza che lo condanna a un anno - ammette: «Ricorreremo in Cassazione, io continuo a credere nel nostro sistema giudiziario».

Consigliere Grisenti, ci si risente per l’ennesima volta a commentare l’ennesima sentenza su questo caso...

Pensi come mi posso sentire io. In questi anni è stato uno stillicidio di udienze e verdetti che hanno messo a dura prova la mia vita e la mia capacità di sopportazione.

Ricorrerete in Cassazione?

Come potrei non farlo di fronte ad una sentenza simile?

Truffa, corruzione e violenza privata: cos’è che la colpisce di più del verdetto?

La violenza privata: nemmeno se avessi ammazzato qualcuno. Ma si rende conto? Sono sbalordito. Questo verdetto è vergognoso.

Però si tratta di una sorta di “derubricazione” della tentata concussione che le era stata già contestata...

Ma che la Corte di Cassazione aveva già escluso. La verità è che la violenza privata è un’invenzione del pm Pasquale Profiti che la Corte ha deciso di accogliere. Del resto, ormai in Italia giudici accusatori e giudici giudicanti spesso sono pappa e ciccia...

Non le sembra, in questo momento, di parlare come Berlusconi?

Guardi, io parlo come un cittadino che sta pagando delle conseguenze ingiuste per fatti da cui ritiene di essere estraneo. Detto questo, io credo ancora e nonostante tutto nella giustizia italiana e continuerò a combattere.

I giudici l’hanno anche condannata per corruzione...

Infatti: una decisione che si pone in palese conflitto con i principi enunciati dalla Cassazione che non sono stati rispettati dal giudice bolzanino...

Ora che è ritornato ad essere un uomo politico questa sentenza di condanna fa più male?

Io ho sempre difeso e difenderò la mia integrità morale e quella non cambia sia che uno sia un privato cittadino sia che rivesta ruoli pubblici. Certo, ora ho ancora maggiori responsabilità nei confronti dei miei elettori.

Questo significa che non ha intenzione di dimettersi...

No, non mi dimetterò. Credo che i prossimi gradi di giudizio non potranno che consentire di affermare la mia completa innocenza. Di fronte a una palese ingiustizia - come io ritengo sia tutta questa vicenda - uno ha il dovere di andare fino in fondo.

lucapeter_73













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