Segretari comunali scelti dai sindaci Il governo impugna la legge provinciale

Trento. Il governo ha deciso di impugnare la legge sui segretari comunali, quella approvata in Consiglio regionale (ma con validità solo per il Trentino) lo scorso dicembre, in forma di collegata...



Trento. Il governo ha deciso di impugnare la legge sui segretari comunali, quella approvata in Consiglio regionale (ma con validità solo per il Trentino) lo scorso dicembre, in forma di collegata alla legge di stabilità. Per Roma «la norma che prevede l’istituzione di un unico albo dei segretari comunali viola il principio di uguaglianza di cui all’articolo 3 della Costituzione, nonché il principio di buon andamento della pubblica amministrazione sancito dagli articoli 51 e 97 della Costituzione».

La legge aveva fatto molto discutere ed era stata osteggiata dalle opposizioni: «La decisione del governo di impugnare la norma regionale conferma purtroppo la fondatezza delle nostre perplessità. Al di là di quello che sarà l’esito della valutazione voluta da Roma, questo dimostra che a lavorare male si rischia di dover lavorare il doppio. Il metodo è sostanza, non esistono scorciatoie» tuona Giorgio Tonini, capogruppo del Pd in Provincia.

«Siamo certi che se si fosse scelto di procedere in maniera meno arrogante, coinvolgendo gli enti e gli organi interessati e prendendosi il tempo necessario per pensare e condividere una riforma così importante, si sarebbe di certo raggiunto un risultato migliore e si sarebbe evitato di vedere la norma impugnata dal governo» osserva ancora Tonini.

Ma il presidente della Provincia Maurizio Fugatti non sembra apprezzare il taglio che il capogruppo dei Dem sceglie per commentare l’impugnativa: «Beh se il capogruppo del Pd la mette su questo tono mi viene qualche dubbio che ci possa essere un’interpretazione politica a questa decisione del governo dove ci sono i Dem. Questo non lo credo. Ma di certo è irrituale che il Pd trentino difenda l’impugnativa del governo e non difenda la prerogativa trentina, quella dell’Autonomia, di legiferare. Avrei preferito il silenzio, non bisogna mai gioire (come sembra fare il consigliere Tonini) di fronte ad un governo centrale che impugna una legge dell’Autonomia, bella o brutta che sia». Osserva Fugatti: «Il consigliere del Pd ci fa sorgere il sospetto. Ma poiché i rapporti con il governo sono buoni e corretti credo che, con una normale interlocuzione sul merito delle questioni che sono state sollevate, si possa risolvere tutto. Ma ripeto non è bello che si gioisca quando Roma, a prescindere dal colore dei governi, decide di impugnare una legge dell’Autonomia.

Oggetto della riforma, valida per il Trentino ma non per l’Alto Adige, era l’istituzione di un doppio albo per i segretari, la durata quinquennale del loro incarico, la valutazione sull’operato del segretario da parte del sindaco e la possibilità di revoca anche nel corso della legislatura con decisione del Consiglio comunale su proposta del sindaco in caso di valutazione negativa. Ora sarà interessante vedere in che modo si riuscirà ad ottenere il via libera da Roma. G.T.













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