Scuola, passi verso l’intesa Il Pd cede sull’omofobia

Le minoranze: «Famiglie libere di non far frequentare i figli». Ferrari: «Così il Pd non lo vota». Poi arriva il via libera. Ok di Rossi all’anno di prova per i prof


di Chiara Bert


TRENTO. Mentre Bolzano vara la legge sulla «Buona Scuola», a Trento in consiglio provinciale le opposizioni proseguono l’ostruzionismo contro la riforma della scuola trentina in salsa renziana: un solo ordine del giorno approvato durante la mattina (per sperimentare il metodo Montessori in Alto Garda), tra una pausa e l’altra dei lavori per gestire la vera partita, quella che si gioca fuori dall’aula, la trattativa tra il governatore Ugo Rossi e le opposizioni. Le quali hanno chiaro che su questa legge Rossi, che è anche assessore all’istruzione, si gioca molto e quindi a loro volta utilizzano tutte le carte a loro disposizione (13.400 emendamenti, un record) e alzano il tiro. «Apprezziamo la disponibilità al dialogo del presidente e confidiamo che si continui su questa strada», ha detto ieri pomeriggio il consigliere Claudio Cia, segno che il confronto si è incardinato su una strada che potrebbe portare ad un accordo. Ma la trattativa ha tempi lunghi perché le minoranze non sono compatte e discutono separatamente. E se i cardini della riforma difficilmente potranno essere cambiati, i consiglieri si accontentano di portare a casa emendamenti ad hoc: Giacomo Bezzi gli aiuti per i convitti delle scuole professionali, come Casa San Vigilio di Ossana da lui fondata, Maurizio Fugatti il rinvio di un anno dell’accorpamento delle scuole di Ala e Avio (a cui Rossi aveva detto no solo due giorni fa). «Non è il mercato, non si tratta di accogliere richieste ma di migliorare la legge».

Omofobia, corsi opzionali. Su un punto ieri le opposizioni erano concordi, i percorsi per il contrasto all’omofobia previsti dalla mozione approvata dalla maggioranza il mese scorso: «Abbiamo ottenuto il diritto dei genitori a scegliere che il figlio possa non frequentare lezioni che non condivide, senza bisogno di giustificazione perché non saranno considerate assenze», spiegava Cia. Sulla stessa linea Walter Viola (Pt): «Le famiglie avranno la possibilità di non aderire». L’ipotesi di rendere opzionale la frequentazione dei moduli (elaborati da Iprase e Università) a cui la scuola aderisce hanno subito scatenato reazioni. «Se una famiglia vuole una educazione "alla carte" dove l'antirazzismo non si insegna, l'evoluzionismo nemmeno, l'educazione all'uguaglianza di genere non ne parliamo, si prenda un precettore», ha scritto il presidente di Arcigay Paolo Zanella. L’assessora Sara Ferrari, che ha la delega all’attuazione della mozione antiomofobia, alle 18 spiegava: «Escludo che il Pd possa votare una cosa del genere». Ferma restando la possibilità dei genitori di giustificare l’assenza (per motivi di salute o familiari), Ferrari mette in chiaro: «Non stiamo parlando di ore facoltative». Ma in serata arriva l’ok del gruppo del Pd al testo.

Anno di prova. Tra le aperture di Rossi, quella sull’anno di prova per i docenti previsto dalla riforma nazionale, «un modo per introdurre una vera selezione degli insegnanti non adeguati», rivendica Manuela Bottamedi, che porta a casa anche la riduzione da 4 a 2 delle ore opzionali della scuola elementare, che ritornano obbligatorie per le materie curricolari.

Scuola-lavoro. Su un altro dei nodi della riforma, l’alternanza scuola-lavoro, Rossi ha detto no alla riduzione del monte ore (200 ai licei e 400 ai tecnici e professionali in tre anni) ma sì a modalità trentine di attuazione.

Fondo per il merito. Filippo Degasperi (M5S) ha ottenuto il fondo per la valorizzazione del merito (2 milioni) sia vincolato al numero di docenti e di studenti dell’istituto. Bezzi incassa il sì al coinvolgimento delle famiglie su come affrontare i problemi delle dipendenze e all’educazione allo sport nei piani di studio.

Chiamata diretta, Rossi tira dritto. Quello su cui il governatore non cede sono due cardini della legge, la chiamata diretta dei docenti da parte dei dirigenti e gli ambiti a cui saranno assegnati gli insegnanti. Respinte al mittente le richieste di non recepire la norma come ha fatto Bolzano («Potevamo rischiare», dicono le minoranze) e anche la proposta di riservare i docenti a chiamata solo al monte ore (15-20%) riservato all’autonomia degli istituti. Le opposizioni attaccano: «È un modo per asservire i docenti ai dirigenti, entreranno i raccomandati dall’assessore di turno». Al momento in cui il giornale va in stampa le minoranze erano riunite per decidere sul pacchetto di proposte del presidente.













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