IL CASO

Sci, 10 mila incidenti a stagione: troppi per l’inverno del Coronavirus 

Secondo i dati della Provincia nei giorni festivi ci sono fino a 50-60 infortunati che hanno bisogno di cure in ospedale Ma ora le strutture sanitarie non sono in grado di sostenere un ulteriore carico di lavoro. Ecco perché la data del 7 gennaio potrebbe slittare


Andrea Selva


TRENTO. Un infortunio sugli sci ogni 10 mila passaggi ai cancelletti degli skipass. In totale fanno quasi 10 mila incidenti a stagione, solo in Trentino, con una tendenza all’aumento legata al crescente numero di passaggi consentito da impianti sempre più moderni e veloci, ma anche alla velocità elevata che si raggiunge su piste battute alla perfezione, con attrezzature che consentono prestazioni impensabili fino a qualche anno fa. Ma il numero che più preoccupa le autorità sanitarie è un altro: nei giorni di maggiore afflusso gli sciatori infortunati che hanno bisogno di cure ospedaliere arrivano a 50-60 al giorno, un numero assolutamente insostenibile per l’attuale situazione degli ospedali trentini, anche tenendo conto di un afflusso ridotto di sciatori legata alle limitazioni che saranno introdotte in vista dell’apertura (per ora solo ipotizzata) del 7 gennaio prossimo.

Gli ospedali di riferimento per le principali aree sciistiche del Trentino sono sempre stati Cavalese (per le valli di Fiemme e Fassa), Cles (per la valle di Sole) e Tione (per la val Rendena). ma tutti queste strutture sono attualmente impiegate nell’emergenza Covid e si porrebbe quindi - soprattutto nei casi più gravi - la necessità di trasportare i pazienti a Trento o Rovereto (che pure è in prima linea nell’emergenza Covid) con l’impiego di risorse che attualmente non sono disponibili.

Di questo si è parlato di recente in un incontro tra il dottor Antonio Ferro (dell’Azienda sanitaria) e i funzionari del servizio provinciale impianti a fune. e questi numeri sono quelli che più preoccupano in vista dell’apertura della stagione dello sci. Numeri che preoccupano anche gli impiantisti che per primi (e in assenza al momento di regole) sono molto prudenti sulla reale possibilità di poter aprire davvero funivie e piste da sci il prossimo 7 gennaio. Anche perché - fanno notare alcuni di loro - quella data (giovedì) coincide con un lunghissimo ponte che dall’Epifania porta alla domenica successiva. Un ponte che potrebbe invogliare molti appassionati dello sci a fare le valigie proprio in quei giorni, quando gli spostamenti tra regioni saranno consentiti, per poter approfittare di un avvio di stagione caratterizzato da precipitazioni di neve abbondanti come non capitava da anni.

Insomma una partenza il 7 gennaio - sostengono le funivie - potrebbe essere un passo falso, con il rischio di ritrovarsi subito con le foto di code e assembramenti su giornali e social network.













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