Schützen, il giorno delle 74 croci

Il comandante Dalprà: «Nel 2018 una commemorazione congiunta con gli alpini». Panizza a Peio: «Creiamo ponti»


di Sergio Zanella


PEIO. «Le croci si mettono non per ricordare la morte, ma per essere un simbolo di vita». Con queste parole don Enrico Pret, parroco di Peio, ha voluto benedire la nuova croce che ieri mattina è stata posta nel cimitero militare di San Rocco. Una croce semplice e quasi rudimentale, ma che, in un giorno non casuale, è stata collocata per ricordare la necessità di onorare, con spirito di pace e fratellanza tra i popoli, gli Standschützen tirolesi morti durante la prima guerra mondiale, così come tutti i caduti di ogni parte civile e militare.

Come si diceva in precedenza, quella di ieri non è stata una data casuale. Il giorno dell’8 agosto 2015 è stato infatti scelto dalla Federazione dei Tiroler Schützen come tappa conclusiva di un trittico di appuntamenti denominato “An der Front ” , iniziativa nata per ricordare tutti quei soldati semplici che vissero in prima persona gli orrori della Prima Guerra Mondiale.

Dopo il primo appuntamento del 18 aprile a Bolzano e dopo l’incontro del 23 maggio ad Innsbruck, ieri è dunque stato il turno della Provincia di Trento. Circa una settantina sono state le iniziative nate sul territorio trentino per celebrare coloro che nell’estate del 1915 iniziarono a prestare un servizio volontario in difesa del nuovo fronte meridionale. A Folgaria Paolo Dalprà, comandante degli Schützen trentini, ha parlato di questa come di «un’iniziativa fatta in silenzio, senza volere urtare la sensibilità di nessuno». Poi ha teso la mano alle penne nere: «Siamo disponibili - ha detto - a una cerimonia di commemorazione comune nel 2018», anno in cui dovrebbe tenersi l’adunata nazionale degli alpini a Trento.

A Peio invece, sulle cui montagne vennero combattute alcune delle battaglie più cruente del primo conflitto mondiale, si sono riuniti ieri circa cento Schützen. I quali, dopo aver assistito in rigoroso silenzio alla messa, hanno sfilato fin su la sommità del dosso di San Rocco dove è poi stata posta la nuova croce. «Lungo i 400 chilometri della linea del fronte meridionale, proprio nelle sezioni dove allora vennero impiegati gli Standschützen, sono stati individuati 74 punti simbolici – ha spiegato la Marketenderin della Schützenkompanie Nonsberg, la compagnia organizzatrice della commemorazione di Peio - Trincee in prima linea, ma anche cimiteri di guerra, come questo di Peio, e altri luoghi significativi sono i siti dove sorgeranno le croci commemorative. A questo progetto, che vuole superare idealmente l’attuale frontiera, operano insieme gli Schützen di tutte e tre le parti della nostra Terra: del NordTirol, del Südtirol e del Welschtirol. Non solo la pianificazione si è svolta in maniera congiunta, ma è soprattutto la realizzazione pratica che ha visto la collaborazione e l’unità dei Tirolesi. E’ questo forse l’aspetto più importante dell’intero progetto: ritrovarsi e riallacciare i legami secolari indipendentemente dall’appartenenza geografica, dall’età o dalla lingua. Le compagnie si incontrano, si mescolano, esattamente come cento anni fa. Insieme, rendono attuale la Storia e rappresentano la nostra Heimat in tutte le sue caratteristiche peculiari».

Hanno poi preso la parola tutti i comandanti di compagnia presenti. «Le differenze linguistiche non segnano confini ma arricchiscono la nostra cultura – ha concluso il senatore Franco Panizza – Se nella Mittel-Europa vige da 70 anni la pace, il merito è anche degli Schutzen, capaci di creare ponti che sono andati oltre i confini nazionali».













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