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Sait, tremano magazzinieri e impiegati

In base alla lettera dell’azienda ecco chi rischia di perdere il lavoro. Venerdì prossimo il primo incontro con i sindacati


di Ubaldo Cordellini


TRENTO. A tambur battente. Il primo incontro tra Sait e sindacati si terrà venerdì prossimo alle 10,30. L’azienda ha ricevuto la richiesta di incontro da Uiltucs e Fisascat Cisl e ha ipotizzato venerdì come giorno per aprire il tavolo più delicato. Adesso, come prevede la legge, si aspetta la conferma per tutte le organizzazioni sindacali, quindi anche con la Filcams Cgil, e poi si partirà con la prima fase della trattativa. Come spiega Walter Largher della Uil gli obiettivi sono principalmente due: «Dobbiamo ridurre il più possibile il numero dei lavoratori che andranno in mobilità. E’ chiaro che l’azienda fa delle ipotesi, ma noi prenderemo la loro lettera e chiederemo reparto per reparto di sapere le ragioni dei licenziamenti. E poi si cercherà di trattare sui fondi a disposizione di chi sarà licenziato. Finora, a chi è andato in mobilità volontaria sono stati offerti 7.500 euro. Vedremo dove si potrà arrivare».

Largher spiega che la politica e la cooperazione saranno chiamate a una parte importante, ma non nella trattativa. Il loro ruolo sarà fondamentale soprattutto per ricollocare chi perderà il lavoro: «Si deve cercare di riassorbire il più possibile chi perde il lavoro all’interno del sistema della Cooperazione. E pensiamo anche a Dao che ha detto più volte che intende collaborare con Sait. Si dice sempre che è in crescita. Adesso potrebbe assumere alcune delle persone in mobilità».

Intanto, però, c’è la trattativa. La strada è molto in salita perché il Sait non sembra voler fare sconti. Una lettera di 19 pagine che decide del destino di 116 persone. La lunga missiva inviata via mail dal Sait, e firmata dal presidente Renato Dalpalù, contiene nel dettaglio i profili di chi sarà licenziato al termine della procedura di mobilità. La lettera ricostruisce le ragioni della procedura di mobilità. Si giustifica la mobilità con il forte calo dei ricavi (20,4 milioni nel 2014, 3,7 milioni nel 2015 e 7,8 milioni nel 2016). Inoltre nel 2015 sono state registrate perdite per 10,9 milioni. Da qui l’esigenza di razionalizzare, triste eufemismo con il quale vengono indicati i licenziamenti.

Un eufemismo che nella lettera viene calato nella realtà quando si presentano i numeri. Nella missiva prima si ricostruisce l’organigramma dei 572 dipendenti del Sait e dei reparti dove lavorano. Ma il dramma si tocca con mano quando si arriva al capitolo intiolato: «Profili professionali in eccedenza». E qui si vede che non viene risparmiato quasi nessun reparto. Si parte con un licenziamento alla guardiania, uno al centro stampa, uno al centralino, uno alla segreteria, uno alla stesura elaborati grafici, uno al personale, 3 all’assistenza merceologica, 2 all’amministrazione, 2 ai sistemi informativi, 5 agli acquisti, 2 alle vendite Gol, 7, al back office commerciale, 6 agli acquisti extraalimentari, 4 assistenti alle vendite extra, 1 ai libri di testo, 1 alla logistica, 1 all’ufficio qualità, 2 alla rete diretta, 7 alle pulizie, 1 all’ufficio soci. Ma il grosso dei sacrifici lo fanno i magazzini: 25 ai generi vari, 11 ai salumi e latticini, 14 al Liberty Gross C+C, 2 commessi all’ex Pdv Riva, 3 alla logistica extra, 5 all’ortofrutta, 3 al magazzino combustibili.

Quindi 53 addetti in mobilità proverranno dal magazzino e gli altri dagli uffici e dai servizi generali. Finora in cassa integrazione sono finiti in 82 e questo è un argomento del sindacato per dimostrare che il Sait può dare più lavoro di quanto non voglia far pensare. Nel frattempo, sul Consorzio potrebbe cadere una tegola pesante. Infatti da più parti, soprattutto dalla politica, si chiede che la Provincia, tramite Interbrennero, faccia valere la fidejussione da 3,5 milioni fissata quando il Sait ha comprato il terreno per il magazzino di via Innsbruck. Se dovesse effettivamente tagliare l'organico il Sait rischierebbe di dover pagare una pesante multa all'Interbrennero per non aver rispettato i vincoli occupazionali previsti dal bando di vendita del terreno.













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