Rovereto: licenziato, il giudice lo reintegra

La guardia giurata venne pedinata da agenti privati incaricati dalla ditta



ROVERETO. La guardia giurata era stata licenziata in tronco nell'ottobre 2008, dopo 16 anni din servizio, "per giusta causa": delegato della Cgil, avrebbe abusato dei permessi sindacali. Il Corpo di vigilanza notturna, per istruire a dovere la procedura del licenziamento, aveva persino fatto pedinare la guardia. Ma non è bastato, perchè il giudice del lavoro Michele Cuccaro ha accolto il ricorso di Walter Da Col, il metronotte, annullando il licenziamento e costringendo il Cvn a pagare tutti gli stipendi pregressi e riassumerlo. A parere del giudice, mancano i presupposti per licenziarlo, cioè la "giusta causa". Risulta infatti dai pedinamenti e dalle «lacunose» prove (lo si legge anche nelle motivazioni della sentenza) raccolte dai due investigatori privati, che Da Col, in permesso sindacale, era alla festa della Cgil di Villazzano, dove ha lavorato ben oltre le otto ore che avrebbe dovuto alla ditta. Il contenzioso però non finisce qui: benchè la sentenza risalga al 22 febbraio scorso, il Cvn non ha liquidato gli stipendi arretrati nè lo ha riassunto. Lui non se ne vuole andare: «Sarebbe un'ingiustizia». Una situazione che ricorda i tre operai Fiat di Melfi, licenziati e poi riassunti, benchè lasciati a casa. «La Fiat però almeno paga loro lo stipendio. Purtroppo - spiega l'avvocato Agostino Catalano, che ha seguito il caso tutelando il lavoratore - in questo caso non è prevista una misura coercitiva per ottenere il pagamento degli oltre due anni di spettanze». Tuttavia, aggiunge Ezio Casagranda, segretario della Cgil Filcams, «ci riserviamo di sottoporre il caso al questore di Trento». (gil)

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