Rovereto: cade uno scaldabagnoAllagati tre piani del Cimec

Il supporto di uno scaldabagno cede e nella caduta il boiler trancia un tubo flessibile. Risultato: migliaia di litri di acqua che allegano il Cimec. L’acqua ha provocato danni ingenti a computer e attrezzature dei laboratori, ma anche alle strutture



ROVERETO. Il supporto di uno scaldabagno cede e nella caduta il boiler trancia un tubo flessibile. Risultato: migliaia di litri di acqua che allegano il Cimec. L’acqua nello scendere dal terzo al piano terra ha provocato danni ingenti a computer e attrezzature dei laboratori, ma anche alle strutture. Tanto che ora il palazzo è stato dichiarato in parte inagibile.
L’allarme è stato dato ieri pomeriggio dopo che uno studente del Cimec (Centro mente e cervello), che ha sede a palazzo Fedrigotti (ex Dame inglesi) in corso Bettini, è entrato nei laboratori della dependance trovando un mare di acqua. Fin dall’ingresso e poi su, su mano a mano che saliva al primo, secondo e terzo piano: acqua che dopo aver impregnato i soffitti ha allagato pavimenti e scale. Un disastro aggravato dal fatto che molti soffitti in maltapaglia sono caduti a pezzi danneggiando le attrezzature dei laboratori e degli uffici. Computer inservibili, libri inzuppati di acqua, fotocopiatrici ed altri strumenti ormai fuori uso.
Da dove arrivava tutta quell’acqua? E da quanto tempo? Probabilmente da venerdì pomeriggio o da sabato. Quando uno scaldabagno, nei servizi al terzo piano dell’edificio, è caduto perché i supporti hanno ceduto ed ha trascinato con sé un tubo spezzandolo. Da quel momento l’acqua non ha mai smesso di uscire.
E sono dovuti intervenire decine di pompieri (Rovereto, Mori, Volano, Nogaredo oltre ai permanenti di Trento) per aspirare l’acqua. Ma non solo: più pericolosi i vecchi soffitti in maltapaglia che non hanno resistito al peso dell’acqua. Con il comandante Denis Tovazzi, oltre ai tecnici di Trento, è arrivato anche il sindaco Andrea Miorandi. Al termine del sopralluogo la decisione di dichiarare inagibile parte dell’edificio: «Soffitti che crollano e impianti elettrici da verificare: non possiamo consentire l’accesso ad uffici ed aule fino a quando non sarà garantita la massima sicurezza».

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