Rovereto: bulli con le bambine sull'autobus

La denuncia di un padre dopo l'ennesimo episodio contro la figlia di 12 anni



ROVERETO. Bulli con le compagne di scuola sull'autobus. Non è la prima volta che succede: atteggiamenti violenti in particolare di tre ragazzini di 12 anni che se la sono presa con una coetanea. La quale, arrivata a casa in lacrime, ha raccontato tutto ai genitori che, stufi degli atteggiamente persecutori nei confronti della figlia, hanno presentato denuncia al commissariato di polizia. I protagonisti della vicenda sono dell'istituto comprensivo Rovereto Nord. Cosa è successo sull'autobus che da via Manzoni, all'uscita della scuola Paolo Orsi, accompagnava la bambina a casa? Che tre coetanei, tutti frequentanti la seconda media, l'hanno presa a spintoni sballottandola a destra e a manca cercando di farla cadere a terra. E nello stesso tempo la deridendevano mentre cercava di difendersi aggrappandosi ai seggiolini del bus. E alla stessa bambina era stato impedito qualche tempo fa di salire sull'autobus bloccandole l'accesso. Ragazzate? Episodi preoccupanti di un fenomeno, il bullismo, sempre più diffuso tra i ragazzini? «Sono episodi da non sottovalutare o da lasciar correre ovviamente senza dover drammatizzare oltre misura. Noi qui a scuola - afferma la preside Sandra Sandri - abbiamo promosso una serie di interventi sull'educazione alla legalità perché vogliamo far capire ai ragazzi il rispetto degli altri e delle norme comportamentali. Quello del bullismo è un fenomeno accentuato, diffuso a tutti i livelli e in tante scuole, che riguarda sia i maschi che le femmine e coinvolge in egual misura sia gli italiani che gli stranieri. Ecco, noi dobbiamo far capire ai ragazzi che quello che per loro magari è soltanto uno scherzo, in realtà rischia di trasformarsi in qualcosa di più grave sia dal punto di vista fisico che da quello psicologico». E da parte dei genitori non sempre c'è collaborazione con la scuola. «Non voglio entrare nel merito del caso in questione, ma spesso i genitori si ergono ad avvocati dei figli, sono pronti a difenderli anche davanti all'evidenza, negano qualsiasi coinvolgimento... Questi sono atteggiamenti che non aiutano i loro ragazzi nel momento della crescita» aggiunge la responsabile dell'istituto. La preside, informata dell'episodio nei confronti della ragazzina, ha mandato una lettera ai genitori dei tre bulli. «A scuola abbiamo gli strumenti per prevenire e intervenire nei confronti dei fenomeni di bullismo - aggiunge Sandri - ma quando i ragazzi sono fuori dalla scuola non possiamo più controllarli. E allora, questo è successo ancora in gennaio, sapendo di intemperanze fuori luogo sugli autobus ho chiesto un incontro con Trentino trasporti e con il comandante dei vigili urbani D'Arcangelo per vedere come era possibile intervenire». In seguito a quell'incontro sono poi stati istituiti dei servizi di vigilanza e di prevenzione con la presenza sui pullman di controllori della Trentino trasporti e di agenti della polizia municipale. «Certo, quando vedono un adulto sull'autobus evitano atteggiamenti di bullismo, ma la presenza non è costante. Quello del trasferimento da scuola a casa un momento delicato: ci vorrebbe qualche adulto autorevole a sorvegliare gli alunni durante il viaggio» afferma la preside.

© RIPRODUZIONE RISERVATA













Scuola & Ricerca

In primo piano