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Rettore, via alla gara per il post de Pretis

Tre mesi per il nuovo rettore: primo passo la nomina dei saggi. Collini: «Io candidato? Avremo tutti tempo per pensarci»


di Chiara Bert


TRENTO. Tre mesi per individuare il nuovo rettore che prenderà il posto di Daria de Pretis, nominata giudice della Corte Costituzionale dal presidente Napolitano. Fine gennaio, probabilmente febbraio, sono i tempi indicati da Paolo Collini, prorettore vicario che inaspettatamente - dopo solo un anno e mezzo, si ritrova «traghettatore» verso le elezioni per individuare il nuovo magnifico dell’ateneo. Potrebbe anche essere uno dei candidati in campo. Lui resta abbottonatissimo: «Avremo tutti tempo per pensarci, io compreso. In questo momento viviamo una novità bella ed emozionante, e inevitabilmente anche un certo trambusto». «Speravamo di restare più tranquilli», confessa Collini con un sorriso, «stavamo lavorando bene, in questo anno e mezzo (dall’elezione a rettore di Daria de Pretis) abbiamo istituito tanti organismi e approvato tanti regolamenti». Il tempo di entrare nel vivo delle scelte doveva insomma ancora cominciare.

E ora il reset improvviso del vertice impone uno stop. E un rallentamento inevitabile delle decisioni strategiche. «Sono scelte che spetteranno al nuovo rettore, così come eventuali nomine», chiarisce Collini. «Noi gestiremo l’ordinaria amministrazione e nei prossimi giorni faremo una ricognizione con la rettrice per valutare tutte le decisioni che è possibile anticipare». Il prorettore non

Il primo passo sarà la nomina dei tre saggi (nominati uno dal cda, uno dal Senato accademico e uno d’intesa tra i due organi) incaricati di valutare le candidature a rettore. «Lo faremo nelle prossime settimane, prima del giuramento della rettrice come giudice della Consulta», spiega Collini. Il secondo step spetterà al presidente dell’ateneo, Innocenzo Cipolletta, che indicherà i tempi per il deposito delle candidature, quindi altri 15 giorni per il vaglio delle domande da parte del comitato. Tra la presentazione delle candidature e le elezioni l’ultima volta passarono 45 giorni, con il Natale di mezzo i tempi potrebbero allungarsi un po’. «È bene che l’ateneo sia al più presto nella sua piena legittimità», avverte Collini. Che ricorda l’impegno della rettrice uscente ad una revisione del nuovo statuto dopo tre anni: «Magari ci sarà un rallentamento ma credo che sia un atteggiamento saggio mantenere questa promessa da parte di chi sarà rettore».

Parla di «momento particolare e delicato» Marco Andreatta, ex preside della Facoltà di Scienze e tra i candidati rettore nel 2013. «Daria aveva una sua idea, anche se la direzione ancora non si era capita bene. La situazione oggi è più difficile, per il contesto economico e per la provincializzazione dell’ateneo». Un passaggio a cui Andreatta ha guardato fin dall’inizio con atteggiamento critico per quanto riguarda per esempio la composizione del Senato accademico e del consiglio di amministrazione: «Vedremo - dice - come reggerà una squadra senza la rettrice che l’ha nominata. Il nuovo statuto ha creato un ateneo che dipende molto dal rettore, c’è un “governo del rettore”, una gestione molto personale. Ora il corpo accademico dovrà riflettere su che tipo di università vogliamo». L’analisi di questo anno e mezzo di rettorato de Pretis lo avvicina a quella di Pascuzzi: «Il corpo accademico si è sentito poco, domina una certa tranquillità». Chissà se dall’addio anticipato della rettrice scaturirà un risveglio generale.

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