«Questa variante del Parco è debole e incompleta»

Paneveggio Pale San Martino, Italia Nostra critica il documento: «Non contiene nessuna ipotesi per riorganizzare il sistema piste e impianti di Passo Rolle»


di Raffaele Bonaccorso


PRIMIERO. «La variante del Piano Parco riguardo alle infrastrutture si basa su previsioni che appaiono deboli, vaghe e incomplete». Con queste parole, la sezione di Trento di Italia Nostra inizia le proprie osservazioni alla variante del Piano del Parco Naturale di Paneveggio Pale di San Martino. Si tratta di un lungo ed articolato documento che sostanzialmente si sofferma in modo particolare sulla cosiddetta riqualificazione dell’area di Passo Rolle, per poi passare alla caccia al “gallo forcello”.

Le osservazioni iniziano, appunto, con una dura critica. «Questa variante – scrive Italia nostra – colpisce per la sua vastità: centinaia di pagine di relazione, indirizzi e norme; centinaia di schede di rilevazione di edifici, baite e ruderi; estesa raccolta di dati statistici, minuziosità analitica, prolissità casistica delle zonizzazioni. Tale sforzo è certamente encomiabile e fornisce un solido supporto documentale alle scelte del piano. Tuttavia, non pare che questo meticoloso lavoro abbia facilitato il passaggio dalla conoscenza analitica alla sintesi progettuale, soprattutto per quanto riguarda gli aspetti legati agli insediamenti e alle infrastrutture, le cui previsioni appaiono deboli, vaghe e incomplete».

Andando nello specifico, le osservazioni si fermano allungo sull’area del Passo Rolle, dove «la carenza più evidente è la mancanza di un progetto adeguato, di cui pure la variante denuncia apertamente la necessità. Non basta – scrive Italia Nostra – l'invocazione di una "stazione turistica di pregio" per rimediare a una situazione definita “abbastanza critica da diversi punti di vista". Occorre, appunto, un intervento organico al fine di riqualificare il sito, ma è proprio questo di cui la variante difetta».

«È evidente che un progetto di riordino generale – afferma Italia Nostra – richiede quantomeno tre elementi: un progetto complessivo degli spazi pubblici, una modellazione delle masse edilizie, un insieme di caratteri architettonici cui la riprogettazione dovrebbe tendere. In sintesi, la variante ipotizza un vasto e profondo intervento di riqualificazione dell'insediamento, ma non predispone gli strumenti necessari alla sua effettiva realizzazione. Anzi, per via della improvvida interazione tra norme generali e prescrizioni "puntuali" contenute nelle schede, si avvia a rendere di fatto immodificabile il degrado esistente. A meno di un deciso cambiamento di rotta e di un alacre lavoro di elaborazione progettuale attorno ai "temi" fin qui meramente individuati».

Ancora più pressante si fa la critica sul fatto la variante «non contiene nessuna ipotesi di riorganizzazione del sistema di piste e impianti del Passo, che pure presenta evidenti criticità, a cominciare dal problema del mancato collegamento tra le piste a nord e a sud della strada, che obbliga gli sciatori ad attraversare a piedi, in più punti, la strada stessa. Ancor più sembra indispensabile è un riesame della situazione in funzione dell'ipotizzato collegamento funiviario con San Martino, che la variante non tiene conto né per gli aspetti insediativi, né per l'impatto sull'ambiente, limitandosi ad “assumerne la previsione” auspicando “che venga attentamente valutato”. Questa disattenzione al problema del collegamento è difficilmente comprensibile, trattandosi di un intervento che - qualora realizzato - avrebbe certamente un notevole impatto sul Parco».

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