Trento

Qualità dell’aria, il Trentino si «salva»

Il direttore dell’unità agenti fisici Tonidandel: «Nonostante la siccità, novembre ok, in dicembre sforamenti minimi di NO2»


di Matteo Ciangherotti


TRENTO. «Che la qualità dell'aria peggiori nei mesi invernali è un evento assolutamente nella norma; quello che in qualche modo risulta “strano” e per il Trentino certamente positivo è che, nonostante le condizioni climatiche sfavorevoli e i dati più preoccupanti che giungono dalla Pianura Padana, la situazione nella nostra provincia è ampiamente sotto controllo». Le parole del direttore dell'unità organizzativa Aria, Agenti fisici e Bonifiche dell'Appa, Gabriele Tonidandel, sono rassicuranti. Anche perché arrivano alla fine di un dicembre “nero” per l'inquinamento atmosferico in tutto il Nord e Centro Italia. L'alta pressione domina da settimane il bacino del Mediterraneo; niente precipitazioni e così l'aria si fa sempre più densa e pesante. La Pianura Padana soffoca dallo smog, eppure, spiega Tonidandel, il Trentino ha “resistito”: «Sarebbe potuta andare molto peggio, anche perché il fenomeno dell'inversione termica che caratterizza le vallate trentine, trattenendo gli inquinanti nei bassi strati dell'atmosfera, poteva amplificare di molto il fenomeno. Certo abbiamo registrato una serie di sforamenti giornalieri ma, nel complesso, sia i dati annuali sia quelli sul medio e lungo periodo sono confortanti e indicano un costante miglioramento della qualità dell'aria». Diciamocelo però: dicembre è stato un mese “nero” anche per il Trentino.

Se, infatti, a novembre le centraline dell'Appa non hanno registrato un solo sforamento su tutto il territorio per nessuna delle sostanze inquinanti, i “guai” sono iniziati un mese fa. Il 30 novembre, con il biossido di azoto (NO2) che nella centralina di via Bolzano a Trento ha fatto segnare 215 superando il limite orario di 200 mg/m³, ha dato inizio a una finestra “negativa” che, comunque, viste le previsioni meteo per l'inizio del 2016, ha le ore contate. A dicembre, praticamente un giorno sì e uno no, le centraline hanno catturato valori fuori norma, se pur di poco, in almeno una delle stazioni installate dall'Appa. La situazione più critica riguarda la centralina di via Bolzano a Trento, zona di traffico nemmeno troppo distante dall'A22. Anche per il 2015 in tale stazione verrà superata la soglia limite annuale per la protezione della salute umana di 40 mg/m³ di NO2. «La media annuale dovrebbe attestarsi sui 44 mg, stesso dato dell'anno scorso», continua Tonidandel. Ogni anno, dal 2000 al 2014, la centralina di via Bolzano “cattura” valori considerati fuori legge e che, da quest'anno, si trasformeranno anche in multe salate. Nel 2014 la media annuale è stata, appunto, di 44, nel 2013 e 2012 di 48, nel 2011 di 54, nel 2010 di 67 e nel 2009 addirittura di 77. I numeri segnalano sì un sensibile miglioramento, ma il parametro è ancora oltre i limiti fissati dalla legislazione europea.

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«Si è fatto molto e la situazione è effettivamente migliorata, l'attenzione però deve rimanere elevata perché ci sono ancora alcuni aspetti da risolvere», commenta Tonidandel. Che dicembre abbia fatto segnare delle anomalie è confermato anche dallo sforamento giornaliero della concentrazione di Pm10 registrato a Riva del Garda il 21 dicembre (56 mg). Un'anomalia, appunto. «I venti possono causare fenomeni di trasporto degli inquinanti dal versante padano fino al Garda. Lo stesso giorno dello sforamento di Riva, infatti, abbiamo avuto un'impennata negativa anche nella stazione in quota del Monte Gazza, zona priva di soglie elevate di sostanze inquinanti”, conclude Tonidandel. Infine il “caso” di Borgo e della Valsugana dove la conformazione del territorio e le pochissime ore di sole in inverno incidono sulla concentrazione nei bassi strati delle polveri.













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