Provincia di Trento: concorsi pubblici col contagocce

Frenata nelle assunzioni dopo i tagli al bilancio imposti da Roma


Robert Tosin


TRENTO. Il posto di lavoro, in questo periodo, è un miraggio, figurarsi quello pubblico stretto fra blocco del turn over, taglio delle spese correnti e riduzione imposta del personale. Anche in Provincia i concorsi per un contratto a tempo determinato si vedono solo col binocolo. Si salvano i posti da dirigente, che vanno coperti, ma per funzioni più "umili" non c'è verso.

L'ultima delusione, se vogliamo definirla così, in ordine di tempo arriva dalla delibera della giunta provinciale che ha deciso di congelare le graduatorie scadute per l'assunzione di personale a tempo indeterminato.

Il blocco è addirittura di due anni. Ne fanno le spese soprattutto i giovani che non hanno l'opportunità di provare a bussare alle porte dell'ente pubblico. Perché la situazione è molto simile anche nei Comuni dove chi c'è rimane e chi va in pensione non viene sostituito se non assolutamente inevitabile.

La strada maestra inoltre del consorzio tra enti - al tempo stesso causa ed effetto dei tagli di bilancio - porta ad una mobilità interna dei dipendenti pubblici che vanno a tamponare le falle senza dover ingrossare le file delle buste paga.

Se la cinghia è stretta per la Provincia e per i Comuni, lo è anche per l'Azienda sanitaria che però ha meno vincoli sulle assunzioni, anche perché i ruoli chiave sono forse di più che nella pubblica amministrazione. Ecco perché qui il numero dei concorsi è più continuo (ce ne sono 28 in corso per varie figure) e i 7.800 dipendenti, pur con un freno, possono contare su un certo tipo di turn over.

Forse non totale, ma abbastanza marcato. Diverso, dicevamo, il discorso degli enti pubblici. Escluso il mondo della scuola, la Provincia conta circa 4.200 dipendenti. Nuovi concorsi annunciati al portale non ce ne sono; ve ne sono alcuni per dirigente e una serie, con posti limitati, attivati l'anno scorso con l'obiettivo, più o meno dichiarato, di sanare una serie di posizioni di precariato, diventato ormai l'obiettivo minimo stagionale.

Il contenimento della spesa corrente, imposto dal governo ma che la Provincia già persegue da qualche anno, prevede dunque anche la limitazione delle assunzioni. La sostituzione del pensionato, prassi automatica fino a pochi anni fa, ora è esclusa. Le sostituzioni sono ammesse solo se quella figura è indispensabile.

In alcuni settori, per esempio, questo è evidente: protezione civile, scuola, corpo forestale, nucleo elicotteri. Negli altri casi l'automatismo non scatta. La situazione non è destinata a cambiare. Se non altro a breve. E questo rischia in alcuni casi di creare scompensi con settori più sguarniti di altri e con l'impossibilità di muovere i dipendenti, visto anche il forte incremento di ruoli specializzati che richiedono personale con caratteristiche ben definite e non più generici "impiegati".

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