Prove Invalsi, i trentini sono i migliori in italiano

La passione degli studenti per la matematica prevale alle elementari, ma alle superiori le migliori performance arrivano con la lingua di Dante


di Robert Tosin


TRENTO. Gli studenti trentini partono bene col pallino della matematica, ma poi con l’età si fanno affascinare dall’italiano, non tanto dalla grammatica quanto piuttosto dalle riflessioni e dai commenti. E nella lingua di Dante raggiungono le vette nazionali nella classifica dell’Invalsi, le prove per misurare la preparazione dei ragazzi italiani. Ieri sono stati diffusi i dati relativi all’annata scolastica appena conclusa e va detto subito che il Trentino ne esce alla grande quanto a livello di preparazione, decisamente meglio dei cugini altoatesini che invece hanno riscontrato importanti lacune, soprattutto nelle rilevazioni riguardanti l’italiano.

Per restare in casa trentina, se proprio vogliamo trovare una pecca possiamo lamentarci che i bambini di seconda elementare non hanno svolto prove brillanti in italiano, ottenendo sì un discreto risultato ma un filo sotto la media nazionale. Sarà che nei primi anni sono più affascinati da numeri dove in effetti stracciano i coetanei dello Stivale con un punteggio ben oltre la media e vicinissimo alla vetta assoluta della Valle d’Aosta. Tempo tre anni e in quinta gli studenti trentini rimettono le cose in chiaro: recuperano alla grande in italiano e strappano la leadership in matematica.

Anche alle medie i risultati ottenuti nelle prove invalsi sono al top, di gran lunga sopra la media nazionale e in terza media avviene il sorpasso: l’italiano vale il primo posto assoluto in Italia. Leadership confermata poi in seconda superiore a pari merito con Valle d’Aosta e Lombardia. Resta alto, però, il risultato in matematica, a un soffio dal Veneto che campeggia con 213 punti.

Per quanto riguarda gli indirizzi scolastici, i licei trentini si dimostrano tra i primi a livello nazionale per preparazione in italiano, ma anche gli istituti tecnici e professionali non se la cavano male. Gli studenti forti in matematica, invece, non vanno certo cercati nei nostri licei: i colleghi degli istituti tecnici li battono seccamente.

Lo studio Invalsi sottolinea anche un altro aspetto: nelle nostre scuole è bassissima la propensione alla scopiazzatura e all’aiutino, cosa che non si può dire per molte scuole del sud e del Lazio. I tecnici dell’Invalsi hanno dovuto sudare sette camicie per ripulire i dati da queste “variabili”.

Soddisfatta l’assessore Marta Dalmaso: «Ringrazio studenti, insegnanti e tutti gli operatori che sono i veri protagonisti di questo percorso. E’ fondamentale il supporto delle scuole e il coinvolgimento degli insegnanti per mantenere e migliorare tali livelli».

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