Presa con la cocaina nel reggiseno
La quarantenne, arrivata in treno da Monaco, nascondeva la droga anche nello zainetto, per un totale di oltre 3 chili
TRENTO. Non sta bene fissare il decolleté di una donna: la buona educazione impone di distogliere lo sguardo. Forse su una questione di galateo puntava la quarantenne straniera con uno zainetto sulle spalle che mercoledì pomeriggio, attorno alle 16.40, è scesa alla stazione di Trento da un convoglio proveniente da Monaco. Difficile pensare di passare inosservata, viste le forme decisamente abbondanti. Forse troppo abbondanti. E infatti il trucco c’era: un generoso push-up, il reggiseno “rinforzato” che aggiunge qualche misura ai seni di chi desidera apparire più prosperosa. Un trucco che non è certo vietato dalla legge: sempre che l’imbottitura non sia fatta di cocaina...
La donna si era premurata di ingannare il fiuto dei cani antidroga: le buste di cellophane utilizzate come “cuscinetto” del push up, al posto della gomma piuma, erano rivestite da uno strato di carta imbevuta di caffè, che notoriamente copre l’odore dello stupefacente. Non è riuscita però ad ingannare il fiuto degli investigatori della Squadra mobile, che in collaborazione con i colleghi della Polfer hanno fermato e sottoposto a un controllo la viaggiatrice “sospetta”.
Scoprendo ben presto che aveva da nascondere ben altro che non un balconcino rinforzato: polvere bianca in grande quantità, celata nel reggiseno, ma anche nello zainetto. In tutto più di 3 chili di droga, contenuta in 196 ovuli da 2,8 chili più altri 21 almeno che la straniera ha confessato di avere ingerito.
La polizia ha affidato la sostanza alla sezione scientifica, che ha pronunciato in breve la sua sentenza: cocaina di ottima qualità, vendibile al dettaglio in 9 mila dosi da almeno 50 euro, per un totale di quasi 500 mila euro.
Tratta in arresto, la donna è risultata essere un cittadina nigeriana, con regolare permesso di soggiorno e residente a Parma: Mercy Osaghae, che proprio il giorno dell’arresto ha compiuto 40 anni.
Per gli investigatori della Squadra mobile guidata da Salvatore Ascione, si tratterebbe di un corriere internazionale di una certa esperienza. Il quantitativo di cocaina è ritenuto eccessivo rispetto alla domanda del solo Trentino: si presume che la droga fosse destinata alle grandi piazze del Nord Italia, Lombardia e Veneto probabilmente.
Difficile dire quale fosse la provenienza, anche se si può pensare che i Paesi d’origine siano la Spagna e l’Olanda, le due principali “miniere” della droga che viene introdotta nella penisola attraverso la tratta del Brennero.
La cocaina è stata posta sotto sequestro, in attesa di essere distrutta. Non sfugge come della sostanza fossero imbottiti non solo il reggiseno e lo zaino della quarantenne, ma anche il suo intestino. Con il ricorso a una pratica, quella dell’ingestione, che presenta alti rischi per la salute del “corriere”: in caso di rottura di uno o più involucri, infatti, la donna avrebbe potuto pagare la sua rischiosa attività, oltre che con il carcere, anche con la vita.