Portela, un quartiere «bronx»: zone controllate, boss e minacce

Due diverse etnie si dividono il quadrilatero del degrado, tenendo in scacco anche i residenti: «Troviamo la droga nei contenitori del gas. Il sindaco rivuole le panchine? Non sa dove vive»


di Daniele Peretti


TRENTO. Nel quadrilatero del degrado c'è il boss del quartiere, ci sono due diverse etnie a controllare l'area, all'interno della quale ci sono i posti giusti per nascondere la droga e quelli dove prostituirsi. “Fino allo scontro tra africani e nord africani la zona era controllata da due bande” – dice Stefano Algarotti dell'omonima stamperia. Ma dall'estate scorsa il controllo è solo dei nord africani che “curano” lo scambio della droga. Uno dei punti preferiti sono le scatole dei contenitori del gas di piazzetta 2 settembre 1943, che vengono aperte e la droga nascosta al loro interno. “Spesso quando i cittadini si accorgono di questo nascondiglio, come di quelli davanti alla sede dell' Apt - altro luogo di spaccio diurno – buttano la droga, consapevoli che potrebbe essere una scelta non senza rischi”. E se la zona di piazza Maggiore è controllata dai nord africani, quella di via Prepositura, via Tommaso Gar e la piazzetta dietro alla stazione delle autocorriere è sotto il controllo dei kosovari ed è il luogo della prostituzione, spesso a partire già dalla tarda mattinata. Sono rom che controllano connazionali, ma anche rumeni che gestiscono non solo gli spazi, ma anche la prostituzione. “Il paradosso è che tutto succede alla luce del sole” - spiega Mauro Decarli titolare della tabaccheria sotto i portici di via Prepositura. “Personalmente sono anche stufo di fare da bancomat. Entrano con la pretesa di cambiare le banconote ed al mio rifiuto non sono per nulla tranquilli. Anche venerdì sera ne ho dovuto buttare fuori uno, che non voleva sentir ragione d'andarsene”.

Ma i negozianti hanno mai ricevuto delle minacce o delle intimidazioni? Chi risponde chiede l'anonimato, ma ha le idee chiare: “Direttamente no, ma c'è un nostro collega extracomunitario che si dichiara disponibile a risolvere i problemi. Un esempio? Ad una ragazza che vive sola, ha tranquillamente detto: so dove abiti, se qualcuno ti crea problemi chiamami. Una frase innocente solo all'apparenza. C'è un'altra attività commerciale, che contattata in un modo similare, dopo il rifiuto si è ritrovata con due vetrine rotte. Solo un caso? Le ragazze che si prostituiscono entrano periodicamente nel suo negozio, solo per scaldarsi?”

Si può parlare di boss? “A nostro parere si, non è certo un comportamento da buon samaritano e poi lo si capisce anche dal rispetto che portano per lui, la gente che gravita in zona”.

Nicola Guanti racconta un episodio successo venerdì scorso: “Piazza 2 settembre, è sera e scoppia la solita rissa. Ad un certo punto, chi non riesce ad avere ragione si sfoga dando una testata contro il lunotto posteriore di una Ford Focus, lo sfonda e si procura un taglio che richiederà 15 punti di sutura. Ma allora se questa è la realtà, come commentate la posizione del sindaco per il quale tutto sarebbe sotto controllo?”

Mauro Decarli: “Mi chiedo dove viva il sindaco. Ma che venga una volta a fare un giro nel rione, a vedere cosa succede realmente. Vuole rimettere le panchine? Faccia pure, ma a casa sua”. Rincara la dose Massimo della Piadineria di piazza della Portela: “Ha pure fatto autogol, quando parla di applicare il regolamento comunale,ma fino ad oggi cos'è stato fatto dal sindaco stesso?”

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