Picchia la convivente in gravidanza

Un cittadino marocchino è accusato di maltrattamenti ai danni di una donna della Val di Non



TRENTO. Quando la sua compagna è rimasta incinta, è come impazzito. Ha iniziato a picchiarla nel basso ventre, a insultarla e a minacciarla. Dopo la nascita del bambino, non sopportava i suoi pianti e, in un’occasione, ha anche cercato di abbandonarlo in strada. Per questo motivo, la Procura di Trento ha chiesto il rinvio a giudizio di un cittadino marocchino di 26 anni residente in val di Non. E’ accusato di maltrattamenti in famiglia nei confronti della sua convivente, una donna nonesa di 42 anni.

Secondo l’accusa, tutto sarebbe iniziato quando la donna era in gravidanza, a partire dall’agosto 2011. L’uomo era diventato irritabile e violento. Una volta ha costretto la sua compagna a fuggire e a rifugiarsi in una stanza della loro casa dove la donna si è chiusa a chiave. Il suo convivente, però, non si era arreso per questo e ha scardinato la porta. Poi ha minacciato la compagna: «Io ti brucio con tutta la macchina». Successivamente ha iniziato a picchiare la donna colpendola più volte. L’uomo minacciava anche di colpire la donna al basso ventre quando questa era in gravidanza. Questo perché voleva guidare l’auto della compagna anche se era senza patente.

Successivamente, dopo la nascita del bambino, il marocchino insultava la donna pesantemente. Poi, una volta, quando erano in auto e il bambino piangeva, l’uomo è sceso dall’auto, poi ha preso la carrozzina dal baule della vettura e ci ha messo dentro il bambino e poi ha ordinato alla compagna di risalire in macchina. Altre volte, l’uomo ha picchiato sulla faccia più volte la convivente.

Alla fine, la donna non ha più sopportato questi maltrattamenti continui e ha presentato denuncia. Adesso la Procura chiede il rinvio a giudizio dell’uomo per maltrattamenti in famiglia.













Scuola & Ricerca

In primo piano

Il caso

Chico Forti lascia il carcere a Miami, rientro in Italia più vicino: "Per me comincia la rinascita"

Da ieri il 65enne trentino, condannato all’ergastolo per omicidio, è trattenuto dall'Immigrazione Usa: nelle scorse ore firmato l’accordo per scontare la pena in Italia. Lo zio Gianni: "Speriamo in tempi brevi"

LA PROCEDURA. La sentenza Usa sarà trasmessa alla Corte d'Appello di Trento
IL RIMPATRIO. Il ministro Nordio: «Chico Forti, lavoriamo per il suo ritorno in Italia il prima possibile»
IL PRECEDENTE Nordio: "Gli Usa non dimenticano il caso Baraldini"
COMPLEANNO Chico Forti, 64 anni festeggiati in carcere: "Grazie a chi mi è vicino" 
IL FRATELLO DELLA VITTIMA Bradley Pike: "E' innocente"

CASO IN TV La storia di Chico in onda negli Usa sulla Cbs