Perseguita la rivale, condannata

Insulti, minacce e botte: nove mesi di reclusione e 4mila euro di risarcimento



TRENTO. Lei, lui, l’altra. Una storia che finisce e lei, abbandonata per l’altra, che inizia a perseguitare la rivale, insultandola, minacciandola di morte, arrivando perfino a picchiarla e rendendole, quindi, la vita un inferno. Protagoniste della vicenda, avvenuta alla fine del 2013, due donne residenti nella zona di Trento. La prima, classe 1970, riteneva (non è chiaro se a torto o a ragione) che la colpevole della fine del suo rapporto con l’amato fosse l’altra, classe 1961. E ha deciso di fargliela pagare. Numerose le telefonate zeppe di ogni genere di epiteto offensivo, appostamenti sotto cosa, suonando il campanello della vittima per ben 45 minuti e accompagnando il tutto con urla, insulti e minacce di morte. Un martellamento sistematico e continuo che, non solo ha provocato alla poveretta dei veri stati d’ansia, ma è arrivato fino allo scontro fisico. Il 28 settembre del 2013, infatti, le due donne sono venute in contatto e l’allora quarantatreenne ha picchiato la rivale, afferrandola per i capelli e causandole vari lividi. Sull’altro fronte, per due volte la cinquantaduenne s’era rivolta alle forse dell’ordine per sporgere querela, l’ultima dopo le percosse. E così, accusata del reato di stalking e di lesioni personali, l’ex amata abbandonata è comparsa in tribunale a Trento, davanti al giudice Giovanni De Donato che l’ha condannata a nove mesi di reclusione, al risarcimnento del danno morale e materiale nei confronti della rivale - costituitasi parte civile - quantificato in 4mila euro, e al pagamento delle spese di costituzione, quantificate in 2mila euro.













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